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BELLINZONACon lo striscione in Parlamento per il diritto allo studio

26.06.19 - 15:57
Ieri alcuni militanti del SISA erano sugli spalti del Gran Consiglio per difendere le borse di studio. «We want panino, we want soldino»
SISA
Con lo striscione in Parlamento per il diritto allo studio
Ieri alcuni militanti del SISA erano sugli spalti del Gran Consiglio per difendere le borse di studio. «We want panino, we want soldino»

BELLINZONA - Il Parlamento ticinese ha votato ieri la revisione della Legge sugli aiuti allo studio: la borsa di studio (a fondo perso) massima concessa passa dagli attuali 16’000 a 20’000 franchi. Ma la parte di aiuto assegnata per gli studi di master che viene trasformata d’ufficio in prestito di studio (da rimborsare una volta completati gli studi) passa dall’attuale 1/10 a 1/4. Una decisione che piace solo in parte agli studenti.

Tra i parzialmente scontenti si colloca il Sindacato indipendente degli studenti e apprendisti (SISA). Alcuni militanti hanno occupato ieri gli spalti del Gran Consiglio per affiggere uno striscione contro il «compromesso partorito dalla Commissione formazione e cultura» e votato dai deputati (con 47 sì, 10 no e 15 astenuti).

«Nessun compromesso sul diritto allo studio» recitava lo striscione, che è stato applaudito da alcuni prima che il presidente chiedesse «ordine». 

Il SISA risponde anche alle parole di Fabio Käppeli, relatore del rapporto della Commissione, che ieri ha parlato di «chi vuole il panino ma anche il soldino» (domandando l’aumento del tetto massimo della borsa di studio e l’abrogazione della trasformazione in prestito di parte degli aiuti concessi per gli studi di master). «We want panino, we want soldino» replica il SISA, che «si riserva la possibilità di partire alla controffensiva e si prepara a future lesioni del diritto allo studio a partire dalla figura di Stefano Franscini».

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