Sempre più stress tra i banchi. A un anno dall’introduzione della figura del mediatore, le riflessioni di Daniele Sartori, direttore della Sezione dell’insegnamento medio superiore
BELLINZONA – Arrivano segnalazioni di disagio dal liceo Lugano 2. A riportarle, alcuni genitori preoccupati per lo stato di salute dei rispettivi figli. Si parla addirittura di alcuni casi di burnout. Situazioni di forte stress anche negli altri quattro licei della Svizzera italiana e alla Scuola cantonale di commercio. È in base a questo quadro che, circa un anno fa, la Sezione dell’insegnamento medio superiore ha deciso di introdurre la figura del mediatore nelle scuole di livello liceale. A fine anno scolastico, è tempo di bilanci per il caposezione Daniele Sartori.
Avete formato ben 7 mediatori. Siete soddisfatti di questo primo anno?
Non abbiamo ancora i dati definitivi. Ma le sensazioni sono buone.
Gli allievi sembrano sempre più stressati. Come lo giustifica?
Ci è stato effettivamente segnalato un aumento della fragilità emotiva dei ragazzi negli scorsi anni. Un po’ per l’ansia, un po’ per lo stress scolastico, ma spesso anche per un malessere personale dovuto a problemi di salute, di disagio personale o relazionale. Le scuole medie superiori sono effettivamente esigenti.
Le sceglie oltre il 40% dei teenager ticinesi. E al primo anno sono in molti a bocciare. Dati eloquenti, no?
Purtroppo molti allievi affrontano le scuole medie superiori senza riflettere a fondo su questa scelta e su ciò che comporta a livello di impegno. Le statistiche ci indicano che al termine della prima classe, circa il 30% degli allievi non ottiene la promozione alla seconda. Spesso perché la loro motivazione non è adeguata alle competenze richieste.
A livello politico si è discusso parecchio sull’eventualità di un liceo più orientato verso le materie umanistiche, e meno verso quelle scientifiche, notoriamente ostiche.
Noi non possiamo cambiare la proporzione tra materie umanistiche e materie scientifiche. Seguiamo direttive federali.
Dunque?
È in previsione una modifica generale del piano delle lezioni liceali. Si vorrebbe fare avere agli allievi un approccio più graduale verso le materie scientifiche, rispetto a quanto accade invece ora.
Gli allievi sotto il vostro “cappello” sono circa 5.000. Cosa vi preoccupa di più?
Non necessariamente i problemi dei ragazzi sono legati alla scuola. Magari anche alla vita privata. Alla società, sempre più competitiva. Anche gli aspetti relazionali stanno cambiando, e il boom delle nuove tecnologie non ci aiuta.
Chi è, veramente, il mediatore?
Un docente di disciplina che si mette a disposizione per diventare un punto di riferimento in caso di bisogno. Ovviamente non deve fare tutto da solo. L’idea è quella di creare una rete affinché eventuali difficoltà siano affrontate in tempo. Si tratta di un modello che già aveva ottenuto buoni frutti nelle scuole professionali.