In attesa del nuovo polo - ma ci vorranno ancora 4-5 anni - gli espositori fanno la radiografia al vecchio Padiglione Conza. Che per dimensioni resta la prima - in pratica unica - scelta in Ticino
LUGANO - I giapponesi bombardavano Pearl Harbor quando sul Campo Marzio venne sganciato il primo seme del Padiglione Conza. Sono passati 78 anni e, benché buona parte del Centro Esposizioni sia più recente, il Gigante grigio non riesce ormai più a nascondere i suoi acciacchi. Vero che è quasi terminata l’attesa messianica di un nuovo polo fieristico, ma la gestazione del progetto è stata lunghissima e con l’attuale struttura bisognerà comunque conviverci per 4-5 anni. A cominciare dall’attuale, che prevede sette fiere da qui alla fine dell’anno.
Le tre maggiori pecche - Chi affitta oggi il Conza non ne nasconde infatti le pecche, nonostante qualcuno sottolinei che «la domanda è imbarazzante». Tra i mali principali del “capannone” i locatari sentiti ne indicano sostanzialmente tre: le toilette, definite a denti stretti “oscene”, la dimensione degli accessi e la copertura WI-FI. Tra i pregi il maggiore (l’unico?) resta la dimensione: sette padiglioni per un totale di 12mila metri quadri fanno, ancora oggi, la differenza.
La connessione smarrita - «La struttura è vetusta, ma quello del Conza è l’unico polo fieristico in grado di offrire i diecimila metri di cui abbiamo bisogno» sottolinea Rita Beltrami, responsabile per il Decs di Espoprofessioni. La prossima edizione della manifestazione pensata come bussola tra i mestieri è prevista dal 9 al 14 marzo 2020. C’è tempo per rimediare a quella che Beltrami indica come una fastidiosa lacuna: «Dovrebbe sicuramente esserci una rete WI-FI molto più performante». Il problema tocca non tanto i visitatori, ma le connessioni di rete necessarie agli stessi espositori.
La toilette la portiamo noi - Un’altra disfunzione, evidenziata anche dagli organizzatori della fiera “Sposi ieri, oggi e domani, è quella dei servizi igienici: «Ce ne sono appena due per padiglione e una in particolare viene indicata per disabili ma la carrozzina non ci passa». Quando poi i visitatori sono migliaia in contemporanea, come capita ad Espoprofessioni, scatta l’emergenza: «Per la prossima edizione abbiamo così deciso - anticipa Beltrami - di aggiungere noi stessi delle toilette supplementari. Non dei Toi Toi, ma vere e proprie strutture mobili».
Entrate e uscite - Qualche imbarazzo, talvolta, creano anche gli accessi sottodimensionati. «Lo scorso anno l’associazione professionale degli elettricisti voleva portare all’interno un camion dimostrativo ma il veicolo non è passato per pochi centimetri». Da ultimo, ma non ultimo, in costruzioni così vecchie, un pensiero va sempre alla sicurezza della struttura: «Ne abbiamo parlato con il capodicastero Roberto Badaracco è abbiamo avuto garanzie in proposito. Dobbiamo dunque dare fiducia al Comune di Lugano con cui stipuliamo il contratto». Su sicurezza e altri aspetti interviene, nel riquadro Fabio Schnellmann per la Città.
Maquillage e ristorazione - «Il Conza è ormai quasi un parente. Lo trasformiamo e adattiamo a tutte le nostre esigenze» dice Marco Pion, direttore eventi di Promax (che organizza tra gli altri il Salone delle vacanze, Artecasa, Tisana-Primexpo)· «Qui è importante lavorare sul contenuto. Il contenitore è certo datato ma funzionale. E i pregi superano i difetti». Tra questi ultimi ne cita sostanzialmente due. Anche lui cita le toilette «sottodimensionate. Solo tre per migliaia di persone». E poi gli spazi della ristorazione. Abbastanza datati. Basterebbe un piccolo intervento nell’immediato». Il direttore di Promax promuove invece il WI-FI, «ultimamente funziona molto meglio».
Il responsabile delle infrastrutture: «Piove dal tetto ma la sicurezza è garantita»
«E non hanno citato le infiltrazioni d’acqua dal tetto. Il Conza ha anche questo problema» dice Fabio Schnellmann, responsabile delle infrastrutture della Città. A tal proposito per consentire un’adeguata manutenzione della vasta copertura pressoché piana, spiega, «stiamo posando delle reti di protezione all’interno del Conza per la sicurezza nel caso un operaio dovesse malauguratamente cadere». Sempre in tema il capoufficio rassicura sulla statica della copertura: «Abbiamo fatto fare una perizia del tetto». Idem per la polizia del fuoco: «Abbiamo posato le porte anti-panico. La sicurezza incendio è dunque data». Poche speranze invece di miglioramenti per le toilette, che sono cinque blocchi, «tra Mac 1 e Mac 2 c'è quella con l’entrata stretta che crea qualche problema», sparsi tra i vari padiglioni: «Purtroppo non sono da attendersi investimenti nei servizi igienici, perché non abbiamo garanzia su quanti anni rimarremo ancora lì».