Circa il 20% degli svizzeri soffre di insonnia. Nuove tecnologie sotto accusa. Lo specialista Fabrizio Barazzoni in palestra a sensibilizzare il pubblico: «Muoviamoci, facciamo sport»
LUGANO – «Muoviamoci, facciamo sport. La vita sedentaria ci fa andare a letto nervosi». È l’appello che Fabrizio Barazzoni, vicepresidente della Fondazione europea del sonno, lancerà nella serata di oggi 6 giugno (inizio ore 17.30) alla palestra Fit Lab 2.0 di Lugano. Un monito d’urgenza. Basato su cifre eloquenti. «In Svizzera circa il 20% della gente soffre d’insonnia. E quasi otto persone su cento prendono farmaci per dormire».
Perché parlare di sonno in una palestra?
«In Germania hanno stimato che i costi sociali annui legati alla mancanza di sonno sono pari a una cifra equivalente a circa sessanta milioni di franchi svizzeri. Il sonno è alla base della nostra salute. E siamo di fronte a una vera emergenza. L’assenza di sonno può causare sovrappeso, incidenti stradali o sul posto di lavoro, apatia, disabilità o invalidità permanenti».
Il Centro del sonno di Lugano (EOC) registra circa 1'500 visite all’anno. C’è da preoccuparsi?
«Sì. Perché il fenomeno è in aumento. Un adulto mediamente necessita di sette-otto ore di riposo al giorno. Ed è una questione di qualità, non solo di quantità».
Come si migliora questa qualità?
«Con una buona igiene fisica, con un’alimentazione adeguata. E facendo tanto movimento durante il giorno. Ad alcuni può non bastare. Raccomando sempre di creare un ambiente tranquillo nella stanza da letto, con colori rilassanti. E di fare in modo che ci sia oscurità totale».
Quanto possono contare questi trucchi?
«Tantissimo. Sarebbe anche fondamentale cessare le attività con strumenti elettronici almeno un paio di ore prima di coricarsi. Mi riferisco, ad esempio, a computer e cellulari. Inoltre, occorrerebbe sforzarsi di coricarsi e alzarsi sempre agli stessi orari. Mantenere un ritmo dunque. E una certa ritualità. Leggere qualche riga di un libro, ascoltare qualche brano musicale. Sono sistemi che possono conciliare il sonno».
Lei ha fatto riferimento alle nuove tecnologie. Sono responsabili della nostra insonnia?
«Avere onde elettromagnetiche in camera, come quelle emesse dal cellulare, non è una cosa ideale per chi già fa fatica ad addormentarsi. Inoltre, va evidenziato come questi strumenti abbiano di fatto abbattuto il confine tra vita lavorativa e tempo libero».
Cioè?
«Basta un messaggino del collega a tarda ora per farci andare a letto preoccupati. Così non si può dormire bene. Dopo una certa ora il cellulare va spento. È un problema con cui saremo sempre più confrontati».
Si avvicinano le vacanze. Cosa consiglia a chi non si adatta facilmente ad altri letti?
«Di pensare a se stessi. E al proprio benessere. Prima di tutto bisogna verificare che l'hotel non sia nelle vicinanze di una discoteca, o di luoghi rumorosi. E poi non bisogna avere vergogna di portarsi appresso mascherine oscuranti o tappi per le orecchie. C’è anche chi va in vacanza con il proprio cuscino di casa».