Mario Furlan, fondatore dei City Angels, è stato recentemente eletto come miglior life coach d’Italia. Sabato 8 giugno sarà in Ticino per presentare il suo ultimo libro, “Felici per sempre”
LUGANO – Nel 2018 è stato eletto “miglior life coach italiano”. Il buonumore di certo non manca a Mario Furlan, classe 1964, milanese, fondatore, ormai 25 anni fa, dei City Angels, movimento di volontariato attivo anche nella Svizzera italiana, a Lugano e Chiasso. Sabato 8 giugno alle 18 Furlan sarà al ristorante Botero di Lugano per presentare il suo ultimo libro, “Felici per sempre” (Cairo Editore). Il ricavato della cena andrà in beneficenza.
Furlan, che cosa è per lei la felicità?
«Una questione individuale. Uno stato che non dipende dalle condizioni economiche personali. Ho conosciuto miliardari depressi. E senza tetto che vivevano con serenità».
Si può essere felici per sempre, come recita il titolo del suo libro?
«No. La vita è fatta di alti e bassi, che vanno accettati. La mia vuole essere una provocazione positiva. Si possono inseguire i sogni, si può cercare di migliorare una condizione che non ci piace, quello sì».
Un quarto di secolo fa, partendo da Milano, lei ha fondato i City Angels. Perché?
«Nelle grandi città italiane notavo un forte disagio. C’era gente sul lastrico, costretta a dormire per strada. E c’era anche parecchia delinquenza. Volevo metterci del mio. Oggi i nostri volontari sono presenti in 19 località italiane e in due città svizzere, Lugano e Chiasso appunto».
I City Angels dovrebbero rappresentare un supporto alle forze dell’ordine. Hanno una reale utilità in Ticino?
«Me lo sono chiesto anche io, nel 2014, quando abbiamo inaugurato la sede di Lugano. In fondo si pensa sempre alla Svizzera come a un luogo in cui si sta bene. Da voi i senza tetto sono una rarità. E la criminalità non è di certo paragonabile a quella italiana».
Dunque?
«Durante uno dei pranzi di Pasquetta, organizzati dai City Angels di Lugano, mi sono reso conto di una cosa. Da voi c’è tanta gente sola, bisognosa di affetto. Sembra paradossale, ma è così».
Come lo spiega?
«La solitudine esiste ovunque. Forse, nei Paesi in cui economicamente si sta meglio, è ancora più marcata. I City Angels, da questo punto di vista, rappresentano un riferimento fondamentale per questa gente».
Avete intenzione di espandervi in Svizzera?
«Ci piacerebbe toccare realtà come Zurigo o Ginevra. Così come avere almeno una succursale nel Sopraceneri, a Locarno, o a Bellinzona. Il vero problema per noi sta nella fortuna o meno di trovare persone entusiaste capaci di portare avanti questa missione per anni. Siamo sempre alla ricerca di nuove leve. Se qualcuno si vuole fare avanti, è il benvenuto».