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CANTONECercando all’asta l’affarone tra bei nomi e qualche crosta

29.05.19 - 08:02
Da Dalì a Géricault, quindici opere di “presunti” famosi artisti saranno presto messe in vendita dall’Ufficio di esecuzione. L’esperto: «Prendere un abbaglio è facilissimo»
Cercando all’asta l’affarone tra bei nomi e qualche crosta
Da Dalì a Géricault, quindici opere di “presunti” famosi artisti saranno presto messe in vendita dall’Ufficio di esecuzione. L’esperto: «Prendere un abbaglio è facilissimo»

LUGANO - Metti Andy Warhol, Théodore Géricault, Salvador Dalì e Giorgio De Chirico darsi puntello il 26 giugno, alle 10.30, nella saletta del Bar Champion’s. Cose che succedono a Mendrisio, dove l’Ufficio di esecuzione ha annunciato la vendita all’asta di 15 dipinti di famosi maestri. O meglio “presunti”, come si può leggere sul sito ti.ch. «Una prassi che viene adottata sempre poiché la vendita all’asta non prevede alcuna garanzia sui beni venduti, siano essi mobili o immobili», spiega l’avvocato Fernando Piccirilli, ufficiale responsabile del settore esecutivo cantonale. E se uno poi scopre di aver comprato una crosta può annullare l’acquisto? «No» dice lapidario Piccirilli.

Un Dalì in salotto - Ed è proprio il fascino del nome ad esercitare un forte magnetismo: «Il privato crede in quello che legge. Chi compra per poi rivendere invece si assume una responsabilità e deve passare dalle fondazioni per l’autenticazione» ci spiegano dalla Casa d’aste Marchetti di Lugano. Ancora più esplicito il titolare Adriano Marchetti, quarant’anni d’esperienza nel campo dell’arte: «Per il profano è una valutazione molto difficile. Ti piace, lo compri e poi - come dicono gli arabi - inshallah, se Dio vuole, puoi aver fatto un affare oppure te lo tieni in casa come oggetto decorativo».

Mezz’oretta per capire - Una delle particolarità delle aste giudiziarie è la mezz’ora concessa per visionare le opere (altrimenti visibili sul sito con immagini talora scadenti). «Non basta per farsi un’idea - chiarisce Marchetti -. Noto, ad esempio, che tra i pezzi all’asta c’e una litografia della serie “Ladies and Gentleman” che Andy Warhol ha dedicato ai transessuali newyorchesi. Primo problema: la fondazione ha chiuso e quindi risulta impossibile contattarli per una valutazione. Per 1.000-1.500 franchi si può anche rischiare, visto che il pezzo certificato si vende sui 5.000».  

Il pezzo forte - Tra i dipinti battuti spiccano, per nome, due piccoli dipinti del maestro romantico Théodore Géricault. «Beh, il cavallo se fosse Géricault… ma sa, dovrei vederlo. Mi pare bel dipinto, ma di questo artista esistono molte contraffazioni. In generale non dimentichiamo che nel mercato dell’arte circolano più falsi che opere autentiche» spiega l’esperto. E non dobbiamo pensare per forza a falsi moderni: «Già nell’800 c’erano i copisti e ancor prima nelle stesse botteghe gli allievi facevano delle repliche».

La via dell’autenticazione - «Anche chi è del mestiere può prendere un abbaglio» ammette l’esperto, che cita i celeberrimi Modigliani scolpiti con in Black & Decker. «Proprio per questo da vent’anni a questa parte si interpellano le fondazioni dell'artista, ad esempio la Alighiero e Boetti, per avere una certificazione. Dopodiché vendi e dormi sonni tranquilli. Altrimenti sono boomerang, ma l’Ufficio esecuzioni non ha di questi problemi».

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