Paghiamo più del doppio rispetto all’Italia. Confrontati i prezzi di 115 giornali e riviste. Un esempio? Quattroruote costa da noi quasi tre volte di più. L’ACSI: «È ora che la politica intervenga»
LUGANO - Lo abbiamo definito spropositato, perchè tale è. Laura Regazzoni Meli, segretaria generale dell’Associazione Consumatori della Svizzera italiana (ACSI) lo definisce “ingiustificato”. Stiamo parlando del prezzo di giornali e riviste, ma anche di vestiti.
Giornali e riviste - Già in passato avevamo denunciato l’eccessivo costo delle riviste italiane nelle nostre edicole. Oggi arriva la presa presa di posizione dell’ACSI e delle sue consorelle Konsumentenschutz e FRC, le quali hanno confrontato ad aprile i prezzi di 115 periodici venduti in Svizzera con quelli dei paesi limitrofi. Ebbene c’è da non stare allegri. In Ticino dobbiamo sborsare più del doppio che in Italia per acquistare una rivista, per l’esattezza +127%.
Un paniere di giornali identici costa nel nostro paese in media 50.9% di più che in Germania. In Francia la differenza di prezzo è del 56.5% in meno.
Nel confronto di prezzi realizzato dalle associazioni in difesa dei consumatori, si può notare come i periodici “Quattroruote” (+245.1%), “Abitare” (+199.1%) e “Marie Claire” (+173%) presentino la differenza di prezzo maggiore. Mentre la differenza di prezzo minore si è registrata per i periodici “Sole 24 ore” (+41.6%), “PC Professionale” (+72.8%), “Gente” (+77.0%) e “Panorama” (+77.0%).
«In Ticino - fa notare l’ACSI - le pubblicazioni costano ben più del doppio, l’esempio di “Quattroruote” è eclatante». Inoltre la differenza di prezzo dei periodici è leggermente aumentata negli ultimi cinque anni: a giugno 2014, i periodici costavano in Svizzera in media il 49% di più rispetto che in Germania, la differenza di prezzo con la Francia era del 55% e del 124% con l’Italia.
I vestiti - Stando alla denuncia dell’ACSI in Svizzera i vestiti sono più costosi del 25% che in Germania, Francia e Italia, come dimostrato da un paragone dei prezzi di 150 prodotti delle catene Esprit, H&M, Mango, Vero Moda e Zara venduti online. «Senza considerare l’IVA, le differenze di prezzo sarebbero chiaramente più evidenti, in quanto la Svizzera ha l’aliquota IVA minore dei quattro paesi considerati» fanno notare le associazioni di categoria. Dallo studio realizzato si apprese dunque che il “supplemento Svizzera” varia in modo diverso a dipendenza delle diverse catene: da H&M è “solo” del 16.7%, mentre da Esprit Svizzera, gli stessi vestiti costano il 32.1% di più rispetto ai paesi limitrofi. Nel mezzo si posizionano Vero Moda con un “supplemento Svizzera” del + 21.8%, Mango con +23.1% e Zara con + 28.4%.
“Queste differenze di prezzo restano importanti e ingiustificate – sottolinea Laura Regazzoni Meli - è ora che la politica adotti misure efficaci per mettere fine agli abusi delle imprese straniere che approfittano del potere d’acquisto dei consumatori svizzeri.”