Parchi giochi “pericolosi”: una mamma si reca nel suo Comune per protestare. La replica? Tutto in regola. «Ed effettivamente le normative europee parlano chiaro» conferma il portavoce dell’upi
LOCARNO – «Quei giochi sono pericolosi. In tanti la pensano come me». A raccontarlo è una mamma del Locarnese che di recente si è recata nel suo Comune per protestare sulla presunta pericolosità di alcune attrazioni del parco giochi locale. In particolare, in merito ai ponti di corde sospesi nel vuoto, che raggiungono anche altezze di diversi metri. La risposta delle autorità? Tutto in regola. «Il parco giochi – commenta la mamma – deve essere un luogo di relax. Non di tensione continua. Mio figlio ha tre anni e quasi si ammazza, cadendo da quel ponte. Per fortuna io e mio marito l’abbiamo preso al volo».
Ecco cosa dicono i numeri – I ponti sospesi tirano parecchio. Così come i castelli in legno. Tutte attrazioni piazzate ad altezze considerevoli. Le statistiche dicono che ogni anno nei parchi giochi svizzeri si feriscono 9'000 bambini e 2'000 adulti. Cifre piuttosto stazionarie. «Che vanno contestualizzate – precisa Pascal Agostinetti, portavoce dell’Ufficio prevenzione infortuni (upi) – le attrazioni che ci sono oggi sono molte di più rispetto a vent'anni fa. Quindi proporzionalmente potremmo ipotizzare un miglioramento della situazione».
L’importanza della pavimentazione – Anche perché le regole stabilite dalle normative europee sono chiare. I giochi sospesi prevedono altezze fino a tre metri. E alla base devono esserci pavimentazioni adatte. Ad esempio, con segatura o trucioli di legno. In modo che un’eventuale caduta possa essere attutita. «A livello statistico – riprende Agostinetti – l'upi parla di potenziali infortuni abbastanza gravi dopo cadute da altezze oltre il metro e mezzo. Occhio anche ai punti di intrappolamento. Non deve mai accadere che se un bimbo cade da un ponte sospeso, rischi di restare con la testa incastrata».
La rottura di un arto può essere “normale” – Ma non sarebbe più utile mettere reti di protezione, del tipo di quelle usate dai trapezisti, in modo da limitare ulteriormente i pericoli? «Noi cerchiamo di ridurre queste problematiche. Ma siamo confrontati con norme europee esplicite contro cui non possiamo ribattere. Le normative europee e svizzere, inoltre, accettano comunque che ci possa essere un determinato grado di infortunio. Ci sono dei rischi residui prevedibili e calcolabili. Sono ammessi lividi, contusioni e occasionali fratture agli arti».
Le responsabilità dei genitori – Il problema, secondo lo specialista dell’upi, tuttavia è anche un altro. «Su certi giochi i bambini piccoli non dovrebbero salire. Per legge è sempre indicata l’età minima per potere accedere a un’attrazione. Se i genitori li lasciano salire, si devono assumere la responsabilità di tenerli d’occhio. Se un bimbo di tre anni cade da un ponte sospeso, il genitore è in un certo senso complice dell’incidente».
Nuove incognite – Agostinetti constata, in ogni caso, un trend positivo a livello svizzero nella posa di determinate strutture. «Quasi il 90% dei Comuni ci consulta. I problemi maggiori li abbiamo con i parchi giochi in legno, personalizzati. Non avendo a che fare con prodotti omologati, in fase di collaudo è più complicato identificare e riconoscere i punti che possono portare a infortuni».