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BEDRETTOFinestra Bedretto, un laboratorio dentro la montagna

17.05.19 - 19:28
Ubicato a due chilometri dal portale sud di Ronco, offrirà le condizioni ideali per svolgere esperimenti di geotermia al politecnico di Zurigo. «Abbiamo bisogno di andare sul campo»
Finestra Bedretto, un laboratorio dentro la montagna
Ubicato a due chilometri dal portale sud di Ronco, offrirà le condizioni ideali per svolgere esperimenti di geotermia al politecnico di Zurigo. «Abbiamo bisogno di andare sul campo»

BEDRETTO - La Finestra di Bedretto, un tunnel lungo 5,2 km che porta da Ronco al centro della galleria di base del Furka, ospiterà a breve un laboratorio di ricerca dell’ETH di Zurigo. La galleria è stata messa gratuitamente a disposizione del Politecnico dalla Matterhorn-Gotthard-Bahn per i prossimi 10 anni, seguendo le indicazioni della “Strategia energetica 2050” della Confederazione (una parte del fabbisogno nazionale di energia elettrica dovrà essere ricavata dalla geotermia profonda).

Il laboratorio di ricerca è ubicato a due chilometri dal portale sud di Ronco e offre le condizioni ideali per svolgere esperimenti di geotermia nelle condizioni più reali possibili.

Storia - La costruzione del tunnel iniziò nel 1973, e durante i lavori di costruzione della galleria della Furka funse da via di trasporto e approvvigionamento. Attraverso la Finestra di Bedretto è stato così possibile trasportare più di 100’000 metri cubi di materiale di riporto proveniente dall’avanzamento della galleria della Furka e di calcestruzzo per la costruzione della galleria verso Realp.

Dopo l’apertura della galleria della Furka nel 1982, la Finestra di Bedretto non fu più utilizzata fino al 2016.

Ricerca - La superficie del tunnel che parte da Ronco non fu mai rivestita. Fatto per cui la galleria offre le condizioni ottimali per la ricerca. E già negli scorsi anni la Matterhorn-Gotthard-Bahn ha messo a disposizione del Politecnico federale di Zurigo la Finestra Bedretto per svolgere esperimenti e per la ricerca.

«I laboratori non bastano più, abbiamo bisogno di andare sul campo, direttamente nella montagna» ha dichiarato oggi Domenico Giardini, Professore di sismologia e geodinamica al Politecnico di Zurigo. 

La ricerca attuale verterà su più ambiti, tra cui anche le cause e le tempistiche dei terremoti indotti. Il rischio di scosse avvertibili o addirittura dannose, assicurano gli esperti, è estremamente ridotto. «L’obiettivo della ricerca è quello di prevenire le scosse maggiori, non di causarle».

I primi esperimenti inizieranno nel luglio 2019.

Guarda il video allegato. 

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COMMENTI
 

beta 4 anni fa su tio
Il Ticino si dimostra per quello che é ; un paese retrogrado e di saltimbanchi . Infatti tutto quello che poteva essere utile é stato abbandonato, distrutto e cancellato . Es. : tutte le ferrovie a scartamento ridotto , che in altri cantoni funzionano . Il collegamento con la Furka ne é un esempio di squallida lungimiranza .

vulpus 4 anni fa su tio
Fa un pò specie che una infrastruttura creata per la realizzazione della galleria della Furka, sia stata abbandonata. Poca lungimiranza e politici senza coraggio hanno permesso di richiudere una finestra che dall'alto Ticino si apriva verso il Vallese , la Romandia e perchè no verso la zona Bernese( vedi Lötschberg). Era praticamente da rifinire un ramo di ferrovia per genti e merci , eche legava ulteriormente il Ticino ad una parte della Svizzera a noi affine , ma raggiungibile con difficoltà. Ora faranno questi esperimenti che da buon ignorante in materia, andranno a interferire con la natura iniettando pressioni abnormi di acqua e materiali vari, con un risultato teorico e per nulla pratico e utile.
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