Già cinque i bancomat esplosi nel Sottoceneri. Quali sono gli apparecchi più a rischio? E come si sta cercando di combattere il fenomeno? Lo spiega il portavoce Gian Luca Cantarelli
STABIO – Bancomat che saltano per aria come il mais nella macchina per fare popcorn. C’è una certa preoccupazione in casa Raiffeisen, da qualche tempo vittima preferita (in un paio di occasioni sono stati colpiti altri istituti) di una banda di ignoti. L’ultimo assalto, pochi giorni fa a Stabio. E siamo già a cinque apparecchi esplosi. A cui ne vanno aggiunti altri nel resto della Svizzera. «Certo, non siamo tranquilli – ammette Gian Luca Cantarelli, responsabile comunicazione per la Svizzera italiana – ma stiamo anche facendo il possibile per combattere il fenomeno. Siamo fiduciosi».
In questo momento siete nell’occhio del ciclone. Perché proprio Raiffeisen?
«Per la legge dei grandi numeri. Disponiamo della rete bancomat più capillare in Svizzera, con circa 1'750 apparecchi a livello nazionale, dei quali circa 125 sparsi tra Ticino e Moesano. Siamo i più presenti nelle zone periferiche, anche nelle regioni di confine».
Si sussurra che a rischio sarebbero soprattutto i bancomat più vetusti. C’è del vero?
«Assolutamente no. Queste bande usano un potente esplosivo. Non c'entrano nulla né l’età né le caratteristiche dell’apparecchio».
Videosorveglianza inutile. Ne parliamo?
«Queste persone agiscono incappucciate. E con lo spray oscurano i vetri delle telecamere».
Concretamente cosa state facendo per arginare il problema?
«Dal momento in cui avviene l’esplosione a quello in cui i malviventi entrano in possesso del denaro passano alcuni minuti. Vogliamo fare in modo che questi tempi si dilatino. Contemporaneamente, il nostro obiettivo è dare la possibilità alle forze di polizia di intervenire ancora più tempestivamente».
In ordine sparso, Stabio, Coldrerio, Arzo, Novaggio e Monteggio-Croglio… Cinque le esplosioni messe a segno finora, in poche settimane. Un po’ troppe. No?
«C’è da dire che fortunatamente quella di Monteggio-Croglio non è andata a “buon” fine. Questo significa che le misure di prevenzione che stiamo introducendo stanno già dando i primi frutti».
Quanto avete perso, finora, a causa di queste malefatte?
«Non possiamo rilasciare dichiarazioni in merito».
Sia sincero. I vostri clienti sono preoccupati?
«In queste settimane abbiamo ricevuto tanti attestati di solidarietà da parte della nostra clientela. Non è scontato».
Lo scorso weekend alcuni bancomat Raiffeisen del Malcantone sono stati spenti “per motivi di sicurezza”. Questo ha creato malumore. Si tratta di una misura provvisoria o sarà ripetuta?
«Sono decisioni che spettano alle singole banche, le quali sono indipendenti nel loro agire. È pertanto possibile che queste misure possano ripetersi anche nelle prossime settimane. In ogni caso, la clientela viene regolarmente informata dalle banche stesse in merito a queste scelte».