Lo chiede una lettera aperta dell’ARIPE indirizzata alla Commissione formazione e cultura del Gran Consiglio. E annuncia una raccolta firme «affinché sia eventualmente il popolo a doversi esprimere»
BELLINZONA - «Per un bambino di 4 o 5 anni che deve stare obbligatoriamente lontano dagli affetti familiari per almeno 7 ore giornaliere consecutive, per quattro giorni alla settimana, le giornate sono interminabili e il tempo di qualità sottrattogli non gli verrà mai più ritornato». È questa la premessa alla base della lettera aperta indirizzata alla Commissione formazione e cultura del Gran Consiglio dall’associazione per il rispetto di un’infanzia pedagogicamente equa (ARIPE).
L’ARIPE coglie l’occasione della giornata internazionale della famiglia per (ri)sollevare una questione che sta a cuore ai genitori (o perlomeno ad alcuni).
Il 2 maggio il gruppo UDC (primo firmatario Sergio Morisoli) ha presentato un’iniziativa parlamentare elaborata che chiede la modifica della Legge della scuola affinché i genitori possano scegliere se lasciare o meno i propri figli a mangiare alla mensa dell’asilo. «Autonomia a favore delle famiglie» viene chiesta anche dal PPD con l’interpellanza del 12 febbraio: «Una direttiva del DECS prevede che anche gli allievi di quattro anni devono passare al tempo pieno al più tardi entro la fine di ottobre - scrivono Nadia Ghisolfi, Luca Pagani e Claudio Franscella -. Se da un lato è importante che il Cantone garantisca la possibilità di frequenza completa a favore delle famiglie che la richiedono, appare altrettanto importante lasciare loro almeno nel primo anno una sufficiente libertà di scelta in merito alle modalità di frequenza».
L’ARPI scrive ora al Parlamento «auspicando una modifica della legge già a decorrere dal prossimo anno scolastico 2019/2020». E - per tramite del suo presidente Enrico Ferrari - annuncia una raccolta firme «affinché sia eventualmente il popolo a doversi esprimere».