Vendeva abbonamenti raccontando frottole ai clienti. La portavoce: «Siamo spiacenti. Ci scusiamo. Mai successo niente di simile in passato»
LOCARNO – Il caso scoppia dopo la segnalazione a tio/20minuti di un cinquantenne residente nel Locarnese. L’uomo di recente è stato letteralmente raggirato da un collaboratore di Swisscom che gli ha imposto un contratto, facendogli vedere lucciole per lanterne. Dopo una verifica interna, Swisscom ha smascherato il proprio dipendente. «Siamo davvero dispiaciuti per l’accaduto – sottolinea la portavoce Ivana Sambo – non era mai successo niente di simile in passato. Ci scusiamo con i clienti coinvolti».
Chiamata molesta – Il caso del nostro testimone è simbolico. È quasi mezzogiorno di un lunedì di maggio. Sul telefono di casa arriva una telefonata dal numero 091.858.11.54. «Un signore, che sosteneva di essere un collaboratore di Swisscom, mi dà un annuncio. Mi spediranno gratuitamente il materiale per ricevere Swisscom TV. Gli faccio notare che a me non serve. Perché con Swisscom ho solo il telefono, mentre per TV e internet sono abbonato a UPC».
Insistenza – Il consulente, però, insiste. Sostenendo che i due sistemi sono compatibili. «E che per due mesi non avrei avuto alcuna spesa supplementare. Al termine di quel periodo, avrei potuto restituire tutto. Senza spendere un franco. Mi ha anche fatto notare che il pacco era ormai già partito. A quel punto, anche un po’ distrattamente, ho accettato».
Carte rimescolate – Passano cinque minuti e il malcapitato riceve un’email da parte di Swisscom con una conferma d’ordine. «Era stato cambiato il mio abbonamento. Il costo mensile, da subito, risultava raddoppiato. Una vergogna. A quel punto, provo a richiamare il numero dal quale ero stato contattato. Nessuno risponde. Verifico sul local.ch e mi risulta che quel numero corrisponde a quello di un call center».
Estranei al call center – Disperato, il nostro interlocutore si rivolge, in seguito, direttamente al servizio clienti di Swisscom. Più precisamente al numero indicato sul nuovo contratto. «Sto al telefono per quaranta minuti. Parlo con cinque persone diverse. E finalmente riesco a tornare al contratto precedente. I consulenti con cui ho parlato, si sono detti estranei al call center in questione».
Trasparenza e sincerità – Una versione che, tuttavia, non corrisponde alla realtà. Dietro a quel numero molesto, infatti, c’era invece proprio un collaboratore di Swisscom. È la stessa Ivana Sambo, con molta sincerità e trasparenza, ad ammetterlo. «Un nostro collaboratore, in modo molto “euforico”, ha sbagliato. Si tratta di un comportamento scorretto, ma mi sento di potere dire che siamo di fronte a un caso isolato».
Niente pressione negativa – Probabilmente per il collaboratore in questione ci saranno sanzioni. Anche perché le persone raggirate, col suo sistema, sarebbero diverse. La questione, tuttavia, solleva qualche dubbio sul clima che regna in casa Swisscom. Voci di corridoio riportano di crescenti pressioni nell’ambiente lavorativo dell’ex regia federale. Possibile che qualcuno, pur di non perdere il posto, arrivi a usare certi metodi? «La pressione c’è – precisa Ivana Sambo – ma come c’è in qualsiasi altro ambiente di lavoro. È una pressione sana. Così come sano è il nostro ambiente. Sono molto affezionata a questa azienda. Vi garantisco che la situazione è buona».