Giuseppe Di Maio è il responsabile del negozio che, per motivi burocratici, “non può aprire”. Ecco la sua verità. E quella dell’immobiliare che gli ha affittato lo spazio
MURALTO – «Noi in tutta questa storia, siamo la parte lesa. Avevamo fissato anche la data dell’inaugurazione del negozio, a febbraio. Invece ci ritroviamo a maggio ancora chiusi. E stiamo pagando gli affitti puntualmente. Senza incassare un soldo». Giuseppe Di Maio è il responsabile del negozio di Muralto che “non può aprire”. Quello per cui, secondo il Comune, non sarebbero stati intrapresi i giusti passi dal punto di vista dell’ottenimento della licenza edilizia. Tio/ 20 Minuti ne aveva riferito di recente. Di Maio ci mette la faccia, serenamente. ««Abbiamo firmato un contratto con l’immobiliare Mediagest. Delle autorizzazioni doveva preoccuparsi Mediagest».
Articoli per fumatori e alimentari – Un negozio per il 40% dedicato ad articoli per fumatori. Tra cui canapa legale. Per il resto, alimentari, oggetti da cancelleria e quant’altro. «Un’attività normale – dice Di Maio –. Prima c’era un negozio di abbigliamento. Il Comune non può dire che da parte nostra c’è stata totale negligenza. Noi avevamo presentato il formulario di insediamento di una nuova attività. Stavamo per aprire e ci hanno bloccato. Abbiamo citato in giudizio la Mediagest, chiedendo i danni. Va specificato che la Mediagest, in seguito, si è prodigata per darci una mano».
Preavviso cantonale favorevole – E, infatti, contrariamente a quanto riferito dal Comune, sembrerebbe che una domanda di costruzione sia stata effettivamente inoltrata di recente. E ora ci sarebbe pure il preavviso cantonale favorevole. «La questione ora va solo discussa in Comune – evidenzia Di Maio –. Non dovrebbero più esserci ostacoli, finalmente. Siamo persone oneste».
Ritardi – Sulla questione, Tio/ 20 Minuti ha interpellato anche i consulenti della Mediagest. «Avevamo già siglato il contratto a partire da gennaio – ricorda il collaboratore dell’immobiliare che si occupa dell’incarto –. Abbiamo detto a Di Maio di andare in Municipio a vedere cosa fosse necessario fare. Abbiamo capito che c’erano dei ritardi. Un giorno arriva la polizia comunale, indicando che l'inquilino doveva presentarsi in Comune».
Cambio di destinazione – Nel frattempo, Di Maio inizia ad allestire il suo negozio. Che, a un certo punto, sembra già bello e pronto. «Ma il Municipio ha messo un freno – precisa il collaboratore della Mediagest –. Perché mancava il cambiamento di destinazione. Una critica va fatta anche al Comune. Questo passaggio lo potevano specificare ai nostri inquilini già all’inizio. Non possono dare per scontato che tutti conoscano questi aspetti burocratici».
Tempi dilatati – Adesso la domanda di costruzione è stata pubblicata. Il Cantone ha dato il suo nullaosta. «C'era di mezzo Pasqua. I tempi si sono dilatati. In ogni caso non potevamo fare noi, come Mediagest, una domanda di costruzione. Anche perché non sapevamo neanche cosa effettivamente Di Maio volesse metterci nel negozio. Sembra che si vada verso una soluzione positiva. L’importante è che tutto si risolva al più presto».