Nel 2018 ci sono stati 79 interventi in meno per incendio, ma rispetto al 2017 sono esplosi i falsi allarmi legati al TUS (+197 casi)
BELLINZONA - Il 2018 non è stato (fortunatamente) un "anno di fuoco" per i pompieri ticinesi. Gli incendi che i militi hanno dovuto affrontare sono infatti stati 565, ben 79 in meno rispetto a quelli domati nel 2017. Ma se i roghi sono diminuiti - come svelato oggi in una conferenza stampa indetta dalla Federazione cantonale ticinese dei corpi pompieri che ha presentato il bilancio del 2018 - gli interventi globali sono saliti a 3'013 (+99). Anche se, ad incrementare questa statistica, ci sono stati ben 588 "falsi allarmi" legati al sistema TUS (+197 casi rispetto al 2017).
I casi - I pompieri sono pure intervenuti più spesso per incidenti stradali (62 volte contro 50), mentre hanno dovuto affrontare allagamenti o danni causati dall'acqua in 550 occasioni (+9). Gli interventi per il recupero e la gestione di sostanze pericolose sono invece rimaste sostanzialmente stabili (745 rispetto ai 748 del 2017), così come i salvataggi di persone o animali (-4).
Costi - Per quanto riguarda il costo degli interventi del corpo dei pompieri (a carico del fondo incendi) c'è stato un netto calo. Le spese del 2018 si attestano infatti a 2'174'513 franchi, oltre mezzo milione in meno rispetto al 2017. I costi riguardanti agli interventi con gli elicotteri sono invece rimasti praticamente identici (+7'000 franchi). A pesare molto su questa cifra è soprattutto il rogo che il 24 settembre era divampato nei boschi sopra Pollegio (quasi 1 milione di franchi).
Effettivi in calo - Gli effettivi dei pompieri ticinesi continuano a diminuire. L'erosione - iniziata nel 2013 - è infatti proseguita anche nel 2018 con il numero di pompieri che è sceso per la prima volta da 10 anni sotto le 1'400 unità attestandosi a 1'398 (-31). Un problema non di poco conto.