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LUGANO«Temo di essere aggredito da un momento all’altro» 

03.05.19 - 07:27
Parla il giovane vittima di una spedizione punitiva lo scorso 19 marzo a Besso. Volevano picchiarlo col martello. Scattano, intanto, ben tre denunce    
«Temo di essere aggredito da un momento all’altro» 
Parla il giovane vittima di una spedizione punitiva lo scorso 19 marzo a Besso. Volevano picchiarlo col martello. Scattano, intanto, ben tre denunce    

LUGANO – «Non sono tranquillo. Vivo nell’angoscia di essere aggredito alle spalle da un momento all’altro». A raccontarlo è il giovane uomo di origine turca che lo scorso 19 marzo, presso un ristorante di Besso, è stato vittima di una spedizione punitiva da parte di alcuni suoi connazionali. Il ragazzo era stato aggredito addirittura con un martello. «Solo l’intervento di un mio amico, mi ha salvato da conseguenze più serie».

Il diverbio con l’outsider – Nella vicenda venne coinvolto anche un 56enne, impiegato nell’esercizio pubblico in cui si sono svolti i fatti. Tra lui e gli agenti intervenuti sul posto era nato un diverbio, chiusosi con diverse contusioni per il 56enne. 

Piovono denunce – Nel corso delle ultime settimane sono scattate tre denunce. Il 56enne ha denunciato la polizia comunale. Polizia che, a sua volta, ha fatto altrettanto nei confronti dello stesso 56enne.

Mille domande – Il giovane turco, invece, ha denunciato l’uomo che ha dato il la alla spedizione. E ancora oggi si chiede: «È passato più di un mese. Perché questo individuo non è stato fermato? Perché la polizia non fa niente? Ogni tanto vedo la sua auto rallentare sotto casa mia. È un gesto intimidatorio? Non mi sento protetto. Ho dei famigliari. Chiedo l’intervento delle autorità». 

Quel prestito mai saldato – Si sa qualcosa di più anche sul personaggio che, stando al nostro interlocutore, seminerebbe il “terrore” nella zona di Besso. Circa 40 anni, origini turche a sua volta, residente nei pressi di Massagno, avrebbe alcuni precedenti penali, in particolare per spaccio di droga. Alla base del regolamento di conti ci sarebbe una cifra di diverse migliaia di franchi che l’aggredito avrebbe prestato in passato al rivale. Cifra che, stando al nostro testimone, non sarebbe mai stata restituita.     

Un dossier caotico – La situazione, a diverse settimane di distanza, non si è ancora chiarita del tutto. Anzi. Ogni protagonista della vicenda racconta una versione differente. Tanto che anche per gli inquirenti appare estremamente difficile ricostruire un quadro completo dell’accaduto. 

Il dito medio – All’imboscata, peraltro preannunciata il giorno prima telefonicamente, hanno partecipato altre persone. Tra cui il figlio del 40enne. In un’immagine scattata da un testimone lo si nota mentre alza il dito medio. Forse verso la polizia. Tutte le persone coinvolte nell’increscioso episodio, al momento, risultano ancora a piede libero.

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