Il Movimento prende posizione dopo la risposta dell'Esecutivo cittadino all'interrogazione sui fondi raccolti per lo sciopero e destinati alla campagna del "sì" per il 19 maggio
BELLINZONA - L’iniziativa “Giù le mani dall’Officina” «è stata fin dall’inizio parte integrante della lotta e dello sciopero del 2008». L’MPS prende posizione nei confronti della risposta del Municipio all’interrogazione presentata da Fabio Käppeli (PLR) e i capigruppo in Consiglio comunale Ivan Ambrosini (PPD), Lelia Guscio (Lega) e Renato Züger (PS). Una risposta che definisce «un ripugnante insieme di menzogne, illazioni e supposizioni prive di qualsiasi fondamento, tese solo a tentare di screditare i sostenitori dell’iniziativa».
Il Movimento precisa che «l’idea dell’iniziativa venne presentata all’assemblea dei lavoratori nel corso del quarto giorno di sciopero, ottenendo un’approvazione di principio, e venne lanciata in pieno sciopero il 31 marzo 2008».
Per l’MPS «chi ha sostenuto dieci anni fa la lotta dei lavoratori ha “evidentemente” e “logicamente” sostenuto quella lotta sapendo che tra gli strumenti con i quali i lavoratori dell’Officina avrebbero difeso e sviluppato la loro proposta vi era anche questa iniziativa».
Sui soldi raccolti durante lo sciopero, viene precisato che i lavoratori dell’Officina decisero unanimamente di «devolverli all’associazione».
Una piccola nota polemica, in chiusura, l’MPS la rivolge alla «non grande generosità» che, aldilà della capitale, venne dimostrata dai comuni che oggi compongono la “nuova Bellinzona”, dati menzionati dal Municipio nella sua risposta all’interrogazione.
Bellinzona: 100’000 franchi
Giubiasco: 8’850 franchi
Claro: 5’000 franchi
Monte Carasso: 5’000 franchi
Gorduno: 500 franchi
Sementina: 3’000 franchi
Camorino: 2’850 franchi
S. Antonio: 150 franchi
Pianezzo: 600 franchi
Moleno: 500 franchi
Preonzo: 2’000 franchi
Gnosca: 500 franchi