Brutta avventura per una giovane alla stazione ferroviaria. La ragazza se la prende con l’assenza di videosorveglianza. Ma per le FFS i posteggi non sono spazi sensibili. E il Comune si difende
CHIASSO – «È la seconda volta in soli tre anni che mi rubano la bicicletta in stazione, a Chiasso. È una vergogna. Non c’è neanche la videosorveglianza». Lo sfogo è quello di una giovane del posto, che utilizza il treno per recarsi al lavoro, a Lugano. «Rubano ogni cosa che trovano». Questa è la tesi sostenuta dalla ragazza, e appoggiata da altri utenti della stazione ferroviaria. «È una zona che non gode di buona fama» tuona un altro giovane.
Niente picco – Eppure, le autorità chiassesi negli ultimi due anni stanno facendo sforzi enormi per migliorare il livello di sicurezza della cittadina di confine. «E a noi personalmente – spiega Nicolas Poncini, comandante della polizia comunale – non risulta un aumento di segnalazioni di furti. Non c’è alcun picco».
Ingenuità – «Io la denuncia non l’ho fatta – osserva, un po’ ingenuamente, la ragazza derubata – tanto non serve a niente. Cosa può fare la polizia, se tanto non c’è neanche una telecamera? E pensare che l’avevo pure chiusa con il lucchetto».
Bicchiere mezzo pieno – Il sindaco Bruno Arrigoni vede il bicchiere mezzo pieno. «Abbiamo intensificato i controlli di polizia un po’ in tutte le zone di Chiasso. E in molte parti del comune la videosorveglianza c’è, eccome (di recente, ad esempio, hanno incastrato l’autore dei graffiti di via Bossi). In stazione no. Ma lì è territorio di competenza delle Ferrovie federali svizzere (FFS). Stanno facendo dei lavori. Non è escluso che decidano di piazzare delle telecamere».
Subito la smentita – Lavori che, tuttavia, riguardano l’infrastruttura ferroviaria. «La sorveglianza video nelle stazioni – fa notare Roberta Trevisan, portavoce delle FFS – fa parte di un concetto di sicurezza più ampio. Di solito i posteggi delle biciclette non sono sorvegliati. Lo stesso vale per le aree di parcheggio. Non rientrano negli spazi sensibili delle stazioni».
La new entry – Da qualche tempo, però, in Svizzera, in collaborazione con i Municipi interessati e altre associazioni, nelle stazioni possono essere piazzate le cosiddette Velostation. «A nord delle Alpi sono presenti già da anni – evidenzia Trevisan – a fine marzo è stata inaugurata la “prima” ticinese a Bellinzona. Permette il parcheggio, con un sistema a doppia altezza, di 112 biciclette in un locale custodito e riscaldato».
Via Odescalchi è risorta – Insomma, nemmeno le FFS, al momento, possono fare nulla per risolvere il presunto problema della stazione di Chiasso. Secondo Arrigoni, tuttavia, la situazione generale della sicurezza in città è nettamente migliorata rispetto a qualche tempo fa. «Pensiamo a Via Odescalchi. Non sta più accadendo nulla di problematico. Il nuovo proprietario dei palazzi ci dà una grossa mano. Certo, abbiamo ancora dei margini di miglioramento».
Dai tossici al premio culturale – Ad esempio, le autorità sono confrontate con una banda di tossici che si aggira attorno a Piazza Indipendenza. «È un problema che stiamo cercando di risolvere. Ma Chiasso non può più essere vista come la “pecora nera” del Ticino. Di recente, a Zugo, abbiamo ricevuto un premio di 100'000 franchi come riconoscimento per i nostri progetti culturali. Significa che qualcosa di buono facciamo».