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CANTONE / MAROCCOOtto anni fa l’attentato che ha ucciso Corrado, André e Cristina

28.04.19 - 14:25
Si è tenuta oggi la cerimonia commemorativa per ricordare l'attacco al Caffè Argana nel quale persero la vita 17 persone tra cui 3 ticinesi. Il padre di Cristina: «Toccante come sempre»
Arnaldo Caccia
La cerimonia commemorativa per ricordare l'attacco al Caffè Argana si è svolta oggi.
La cerimonia commemorativa per ricordare l'attacco al Caffè Argana si è svolta oggi.
Otto anni fa l’attentato che ha ucciso Corrado, André e Cristina
Si è tenuta oggi la cerimonia commemorativa per ricordare l'attacco al Caffè Argana nel quale persero la vita 17 persone tra cui 3 ticinesi. Il padre di Cristina: «Toccante come sempre»

MARRAKECH - Era il 28 aprile 2011. E la bomba che esplose nel Caffè Argana alle 11.30 (le 12.30 in Svizzera) sconvolse un intero cantone. Quattro ragazzi ticinesi vennero colpiti dalla follia estremista senza un perché, mentre si trovavano in vacanza. Solo uno di loro sopravvisse nonostante le gravi ferite riportate.

Sono trascorsi esattamente otto anni da quel giorno. Ma il ricordo delle tre vittime provenienti dal nostro cantone - Corrado "Mondo" Mondada, André Da Silva Costa e Cristina "Chichi" Caccia (deceduta una settimana dopo all’ospedale di Zurigo) - è sempre vivo non solo nei familiari ma in tutto il Ticino, che per la prima volta era stato confrontato con il dolore di un attentato terroristico.

Oggi, come ogni anno, a Marrakech si è svolta la cerimonia commemorativa in ricordo delle 17 vittime di piazza Jamâa El-Fna.

In Marocco è volato Arnaldo Caccia, papà di Cristina, che ha portato il suo omaggio alla stele commemorativa della tragedia, posata un anno dopo l’attentato. «Come le altre volte è stato un momento molto toccante, con le parole dei parenti delle vittime e i rappresentanti dei Paesi coinvolti».

Alla cerimonia erano presenti le autorità della città di Marrakech, i rappresentanti del Consolato francese, il Re del Marocco e l'ambasciatore svizzero Massimo Baggi. «La sua presenza per me e per le altre famiglie elvetiche coinvolte in questa tragedia è molto importante. E per questo lo ringrazio», conclude Arnaldo Caccia.

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