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CANTONEOmosessualità «difetto» e «menomazione»: «È stato un errore pubblicare»

06.04.19 - 08:54
Il direttore del Corriere del Ticino prende posizione sulla pubblicazione dell’opinione di Fernando Filippi, che ha scatenato l’ira di molti. «Quel passaggio andava cassato»
TiPress - foto d'archivio
Omosessualità «difetto» e «menomazione»: «È stato un errore pubblicare»
Il direttore del Corriere del Ticino prende posizione sulla pubblicazione dell’opinione di Fernando Filippi, che ha scatenato l’ira di molti. «Quel passaggio andava cassato»

LUGANO - «È stato un errore e ce ne scusiamo». Il direttore del Corriere del Ticino Fabio Pontiggia risponde alle critiche in seguito alla pubblicazione dell’opinione di Fernando Filippi, abitante di Airolo, che definiva l’omosessualità un «difetto, una menomazione, un disordine, un male».

Ma c’è un «ma». «È stato un errore pubblicare quel passaggio (il paragrafo sull’omosessualità). Ma andava cassato solo quel passaggio». Il direttore sottolinea infatti che «il blocco dell’intera lettera» sarebbe stato «una censura nei confronti delle altre considerazioni del lettore di Airolo che, per quanto contestabili e non condivisibili, sono opinioni legittime in democrazia». Opinioni «con pieno diritto di trovare spazio sui giornali» secondo Pontiggia che precisa comunque come «le lettere dei lettori non impegnano in alcun modo la linea editoriale del CdT».

Nella pagina di “Lettere & opinioni” dell’edizione odierna, vengono riportate le considerazioni di Marco Coppola (Zonaprotetta), Alex Farinelli, Sara Bonora di Minusio e Ilaria Clocchiatti di Cureglia. Tutti concordi sul fatto che quella lettera non doveva essere pubblicata, perché «c’è differenza tra opinione e offesa». Il candidato del Plr al Consiglio di Stato precisa anche che «se è vero che esiste la libertà di espressione, ci sono dei limiti imposti dal rispetto delle persone che non devono e non possono essere superati».

Fernando Filippi - nella lettera pubblicazione sull'edizione di giovedì - rispondeva a un articolo della candidata al Gran Consiglio Mattea David (Ps+Giso) secondo cui privilegiare solamente la famiglia fondata sull’unione di un uomo e una donna «sia da retrogradi». E definiva l’omosessualità «un difetto, una menomazione, un disordine, un male». Oltre a puntualizzare che «l’omosessualità, se congenita, non può essere considerata una colpa ma nemmeno qualcosa di positivo», puntava pure il dito contro «gli artifici innaturali e disumanizzanti escogitati per produrre dei figli fittizi». La giovane socialista, che si è detta «basita» per «i toni da Medioevo» utilizzati, ha risposto all'abitante di Airolo ricordando che invece «la società dovrebbe fare un passo avanti verso la civiltà e l’inclusione, evitando commenti che fomentano l’odio e la violenza verso gli omosessuali».

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