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CANTONE«L’omosessualità non è un male e nemmeno una menomazione»

04.04.19 - 20:36
Mattea David, candidata per la Gioventù socialista al Gran Consiglio, risponde a chi oggi ha definito l’omosessualità «qualcosa di negativo, un difetto e un disordine»
«L’omosessualità non è un male e nemmeno una menomazione»
Mattea David, candidata per la Gioventù socialista al Gran Consiglio, risponde a chi oggi ha definito l’omosessualità «qualcosa di negativo, un difetto e un disordine»

LUGANO - Un difetto. Una menomazione. Un disordine. Un male. Sono alcuni degli epiteti usati da Fernando Filippi, abitante di Airolo - in un contributo apparso nell’edizione odierna del Cdt - per definire l’omosessualità. Filippi rispondeva a un articolo della candidata al Gran Consiglio Mattea David (PS+GISO), la quale al contrario ritiene che privilegiare solamente la famiglia fondata sull’unione di un uomo e una donna «sia da retrogradi».

La questione non è certo nuova, ma i toni «da Medioevo» usati da Filippi hanno lasciato «basita» la giovane socialista. E benché «un pensiero del genere, nel 2019, non sia socialmente accettabile e si commenti da solo, il messaggio è talmente preoccupante da meritare una risposta», precisa. Non esclude neppure ulteriori passi nei confronti di chi ha scritto l'articolo omofobo e della testata che l'ha pubblicato.

Inclusione anziché discriminazione - Prese di posizioni come questa, per Mattea David, «ci portano indietro nel tempo e fanno sentire le persone LGTB inferiori, escluse e discriminate». Al contrario, sostiene la 25enne socialista, «la società dovrebbe fare un passo avanti verso la civiltà e l’inclusione, evitando commenti che fomentano l’odio e la violenza verso gli omosessuali».

E l’inclusione passa anche dal riconoscimento di tutte le famiglie, anche di quelle monoparentali o “arcobaleno”. Anche perché, rileva la candidata al Gran Consiglio, famiglia significa vivere insieme e aiutarsi nell’affrontare la vita: «Che differenza c’è nel crescere in una famiglia in cui i pilastri sono due persone di sesso opposto, dello stesso sesso o in cui c’è un pilastro solo?».

«Produrre figli fittizi» - Lo scritto di Filippi, oltre a puntualizzare che «l’omosessualità, se congenita, non può essere considerata una colpa ma nemmeno qualcosa di positivo», puntava pure il dito contro «gli artifici innaturali e disumanizzanti escogitati per produrre dei figli fittizi». A questo proposito la 25enne - in una presa di posizione co-firmata da Martina Malacrida Nembrini - ribatte che «un figlio è un dono, a prescindere», ricordando come anche coppie eterosessuali ricorrano da tempo all'inseminazione artificiale o all'utero in affitto. «Perché negare a un bambino la possibilità di essere amato anche se da una coppia omosessuale?», si chiede.

In conclusione, l’auspicio di Mattea David è che la gente capisca che l’omosessualità «non è una malattia, non è qualcosa di sbagliato. Non è un’inclinazione pericolosa, si tratta solo di amore».

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