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CANTONECase a rischio per gli stranieri: «Le decisioni sono corrette»

01.04.19 - 17:27
La Divisione della giustizia ha preso posizione sulla notizia pubblicata ieri dal Caffè: «La sentenza del TRAM tocca solamente cinque fattispecie»
Tipress (archivio)
Case a rischio per gli stranieri: «Le decisioni sono corrette»
La Divisione della giustizia ha preso posizione sulla notizia pubblicata ieri dal Caffè: «La sentenza del TRAM tocca solamente cinque fattispecie»

BELLINZONA - Le decisioni prese dalla dall’autorità nell’ambito della Legge federale sull'acquisto di fondi da parte di persone all'estero (LAFE) sono «materialmente corrette». Lo conferma oggi la Divisione della giustizia, prendendo posizione in merito alla notizia “Una sentenza mette a rischio gli atti d’acquisto di 700 case” pubblicata ieri dal Caffè.

La recente sentenza del Tribunale amministrativo – peraltro non ancora cresciuta in giudicato – a cui il domenicale fa riferimento tocca solamente 5 fattispecie, scrive la DG in un comunicato, precisando come «far credere che tutte le decisioni, per analogia, siano “a rischio” risulta scorretto».

Un vizio di procedura - La svista legislativa rilevata dal TRAM riguardava in particolare la data del 1° gennaio 2018, ossia la scadenza a partire dalla quale la nuova impostazione sarebbe dovuta diventare legge. «Il Gran Consiglio il 7 maggio 2018, approvando il messaggio con il quale veniva introdotta un’unica autorità cantonale competente in materia LAFE in sostituzione delle autorità distrettuali, non aveva provveduto ad adeguare la data in cui tale cambiamento avrebbe dovuto diventare effettivo. È stata mantenuta la data del 1° gennaio 2018 come riportato dal messaggio governativo, allestito circa un anno prima rispetto alla decisione finale del Parlamento. Una disattenzione formale , tenuto conto che il Gran Consiglio mai avrebbe concesso la retroattività, esautorando le commissioni in carica e provocando la paralisi del settore immobiliare», spiega in un comunicato la DG.

«Tutte le altre decisioni non sono state contestate e le operazioni immobiliari sono andate a buon fine», prosegue il comunicato precisando inoltre come si sia trattato principalmente di «decisioni di accertamento di non assoggettamento alla LAFE», ovvero di situazioni in cui «l’autorità ha verificato che l’acquirente non sottostà alla legge».

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