La Procura ipotizza reati patrimoniali nel bunker già al centro dello scandalo Argo1. «No comment» dall'associazione
CAMORINO - Non c'è pace al centro asilanti di Camorino. Dopo lo scandalo Argo1, la polizia cantonale è tornata nelle scorse settimane nel bunker sotterraneo, dove alloggiano al momento una cinquantina di migranti.
Indagini in corso - Durante tre interventi, gli agenti avrebbero acquisito materiale documentale e informatico. La Procura conferma di avere aperto un procedimento «per reati di natura patrimoniale». I reati ipotizzati «non riguardano i cittadini stranieri presenti nell’infrastruttura» precisa il Ministero Pubblico, bensì un collaboratore della Croce Rossa, responsabile della gestione del centro.
Circa 20mila franchi - L'indagato è stato nel frattempo licenziato, a inizio febbraio. Sarebbe stato lui stesso ad auto-denunciarsi, raccontando ai superiori di avere effettuato vari prelievi dai conti bancari della ong a cui aveva accesso, per un totale di 20mila franchi nel corso di un anno. Soldi di cui aveva bisogno - ha raccontato - per far fronte a una situazione finanziaria personale difficile; e che aveva intenzione di restituire con il tempo.
«No comment» - Da noi contattata la Croce Rossa si limita al "no comment". «Fintanto che le competenti autorità non si saranno determinate sul caso, l'associazione non può entrare nel merito» ha spiegato una portavoce a tio/20minuti. «Inoltre, tenuto conto dell’obbligo di tutela dei propri collaboratori la Crss non può rilasciare informazioni che riguardano i suoi dipendenti».