Gli impresari e i sindacati preoccupati per la corsa al ribasso dei prezzi. Ssic-Ti: «Si dovranno ridurre gli effettivi». Unia: «A farne le spese i lavoratori».
BELLINZONA - Le imprese edili ticinesi scricchiolano… L’edilizia abitativa sta frenando, lo sfitto cresce e il settore è in affanno. Negli scorsi giorni il Foglio Ufficiale ha annunciato la moratoria concordataria di una storica ditta. Un caso isolato? «Un po’ tutto il settore sta vivendo un momento di difficoltà - sostiene il sindacalista Dario Cadenazzi, responsabile del settore edilizia di Unia -. C’è una concorrenza incredibile e anche, ciò che denunciamo da tempo, un sottocosto imperante e strutturale».
Gli impresari confermano - Un allarme che trova riscontri anche nell’analisi di Nicola Bagnovini, direttore della Società svizzera impresari costruttori: «È vero che le domande di costruzione tengono discretamente nel settore privato, ma se non ci sarà un impulso deciso nella manutenzione degli immobili cantonali le ditte che si occupano strettamente di edilizia faranno fatica».
Le vittime: «I lavoratori» - Anche i grandi nomi non sono al riparo, come rileva Cadenazzi: «Ci sono stati tagli anche in altre ditte, in un mercato che è diventato molto complesso e che purtroppo non si regola da solo. Con la conseguenza che le imprese - e non parlo di ditte estere ma ticinesi - entrano in concorrenza con colpi ampiamente sotto la cintura. La lotta è feroce anche nei bandi pubblici dove si fanno del male abbassando le offerte. E a farne le spese sono innanzitutto i lavoratori. È chiaro che siamo molto, molto preoccupati».
«Ridurre l’organico o...» - Davanti alle imprese oggi si aprono due strade, secondo il direttore della Ssic-Ti: «La prima soluzione - afferma Bagnovini - è quella di ridurre l’effettivo. Una ditta che oggi occupa 50 dipendenti se ne ritroverà 30 o 20. Ma non è per forza negativo adattare l’organico alle occasioni di lavoro. Se non si va in questa direzione, ed è in pratica ciò che sta avvenendo negli ultimi tempi, la pressione sui prezzi per acquisire il lavoro diventa sempre più alta. Quello del sottocosto è un gioco al massacro dove riescono a tener duro solo le ditte che compensano con una parte di immobiliare».
Scuole da risanare - Davanti all’edilizia ticinese può spalancarsi il deserto. Ma anche no: «Il committente pubblico può svolgere un’azione anti-ciclica. Negli ultimi dieci anni non abbiamo mai chiesto all’ente pubblico di investire. Lo fanno, ad esempio, le Ferrovie o l’Ufficio federale delle strade nel genio civile. Invece c’è un parco immobiliare, costituito da scuole ed edifici pubblici, messo male e che deve essere risanato. I progetti ci sono, ma il tempo per andare in cantiere - di regola tra i 4-6 anni - è sempre troppo lungo».