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LUGANOCriptovalute bulgare nella bufera: guai anche per i ticinesi?

14.03.19 - 08:00
Konstantin Ignatov, uno dei padri dell’OneCoin, è finito in manette. Il suo sarebbe un sistema piramidale. E la valuta sarebbe praticamente inesistente. A Lugano c’era chi la promuoveva
Criptovalute bulgare nella bufera: guai anche per i ticinesi?
Konstantin Ignatov, uno dei padri dell’OneCoin, è finito in manette. Il suo sarebbe un sistema piramidale. E la valuta sarebbe praticamente inesistente. A Lugano c’era chi la promuoveva

LUGANO – Fa discutere anche nella Svizzera italiana l’arresto da parte delle autorità americane di Konstantin Ignatov, uno dei padri dell’OneCoin. E questo perché anche in Ticino alcuni avrebbero acquistato, negli scorsi mesi, la criptovaluta bulgara fondata nel 2014. Si teme che OneCoin sia più uno schema piramidale che una vera e propria valuta. Senza nemmeno una base legale vera e propria.

Marketing non sostenibile – Mentre Ignatov è finito in manette con l’accusa di cospirazione per frode telematica, sua sorella, Ruja Ignatova, è stata incriminata per riciclaggio di denaro sporco e frode telematica e di titoli. Cosa accadrà dunque a chi ha effettuato determinati investimenti? Il sistema piramidale è un modello di marketing giudicato non sostenibile in diversi paesi, anche in Svizzera. Soprattutto perché presuppone il continuo arruolamento di nuovi soci nel modello, chiedendo loro un importante investimento finanziario iniziale. Proprio su questi investimenti, guadagnerebbe chi sta ai piani più alti della piramide.

Consigli per gli acquisti – Nel Luganese c’è un “imprenditore” che da oltre un anno promuove la criptomoneta bulgara. Non facciamo il suo nome per questioni di privacy. Da fonti certe sappiamo che da diversi mesi l’uomo cerca di “convincere” i ticinesi a sposare la causa della criptovaluta dell’est. A lui abbiamo chiesto cosa devono fare i ticinesi che, a suo tempo o di recente, hanno acquistato OneCoin. Perderanno il denaro investito?

Una risposta che spiazza – La risposta dello “specialista” è piuttosto spiazzante. «Non ho mai fatto consulenza a nessuno – afferma – ho semplicemente fatto, privatamente, degli investimenti su questa criptovaluta. Ma non ho mai fatto alcuna propaganda. Assolutamente. Non so da chi l’avete sentito».

Estraneo a ogni fatto – Eppure, fonti certe riportano che almeno tre persone sono state contattate di recente dall’uomo. Altre avrebbero acquistato criptovalute su suo suggerimento. Possibile che non abbia nulla da dire? «No. Non c’entro niente io – ribadisce – e non sono nemmeno preoccupato per il mio, di investimento. Ogni nazione ha diritto di fare le indagini che vuole. Certe cose, poi, in America funzionano così».

Lo schema della piramide – Resta scettico Sergio Rossi, economista, già grande nemico dei Bitcoin. «One Coin – dice – è uno schema piramidale, simile alla piramide di Ponzi. Chi arriva per primo prende i soldi di chi arriva dopo. Meglio stare alla larga da questo tipo di speculazioni per evitare fallimenti a catena».

Come bambini – Critico, seppure con altre sfumature, anche il “collega” Paolo Pamini. «Purtroppo – sostiene – le crescenti garanzie dello Stato, in vari ambiti, non ci fanno bene. Infantilizzano il cittadino, che crede sempre di essere protetto, in qualsiasi settore. Invece, proprio in un contesto così mobile, servirebbe una presa di coscienza maggiore da parte di tutti. Uno dovrebbe addentrarsi in certi campi con diligenza, solo dopo avere capito davvero cosa sta dietro a determinate operazioni».

Autorità mosse in ritardo – «OneCoin è uno schema Ponzi fatto e finito – aggiunge Filippo Moor, Ceo di una società attiva nel settore – , che non ha nulla a che vedere con il settore serio e trasparente della blockchain, settore in forte crescita nel quale lavorano molte persone in Svizzera e in tutto il mondo . È dal 2014-15 che gli addetti ai lavori sanno che si tratta di una truffa e non capisco come le autorità si siano mosse solo ora».

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COMMENTI
 

GI 5 anni fa su tio
Nell'aria fritta pare siano in tanti a credere....

lo spiaggiato 5 anni fa su tio
Cito quanto detto dal Pamini: "Uno dovrebbe addentrarsi in certi campi con diligenza"... ma allora lui che ci fa in politica??????... :-))))))

SuperGigio 5 anni fa su tio
Già che Pamini ha un bel coraggio, riesce ad attribuire alle "crescenti garanzie date dallo Stato" il fallimento d'investimento ad alto rischio intrapreso dal privato. Ma dov'è finita la tanto acclamata libertà del cittadino?

jena 5 anni fa su tio
giusta punizione per gli "ignoranti" !!!! si chiama selezione naturale!!!

marco17 5 anni fa su tio
Che queste cripto valute siano un sistema truffaldino lo capisce anche un bambino dell'asilo. Il solo a non volerlo capire è il Pamini, secondo il quale la colpa sarebbe dello Stato che infantilizzerebbe i cittadini. E c'è chi vota un tipo simile?

Nicklugano 5 anni fa su tio
Risposta a marco17
Speriamo di no !
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