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CANTONE«È manifesto che Sanvido non abbia abusato dei suoi poteri»

13.03.19 - 18:25
Ecco i passaggi chiave del decreto di abbandono con cui il Procuratore generale ha chiuso il caso dell’sms inviato dal presidente dell’Eoc al co-primario del Cardiocentro
«È manifesto che Sanvido non abbia abusato dei suoi poteri»
Ecco i passaggi chiave del decreto di abbandono con cui il Procuratore generale ha chiuso il caso dell’sms inviato dal presidente dell’Eoc al co-primario del Cardiocentro

LUGANO - Sette pagine che si chiudono con la decisione: «Il procedimento penale nei confronti di Paolo Sanvido per il reato di tentato abuso di autorità è abbandonato». Sette pagine in cui il Procuratore generale ha esaminato, in lungo e in largo, conseguenze ed effetti dell’sms che il presidente dell’Ente ospedaliero cantonale ha inviato alle 8.35 del 16 gennaio scorso al professor Giovanni Pedrazzini, co-primario del Cardiocentro: «Ciao Giovanni, per me il primario e direttore CCT sei tu...». E il resto è noto, dall’offerta del primariato all’amico che il giorno prima era stato scavalcato dal dottor Tiziano Cassina nella nomina alla direzione sanitaria, alla segnalazione da parte della stessa Fondazione Cardiocentro Ticino (FCT) - contro il volere dello stesso Pedrazzini - del sms alla Procura.

Secondo la FCT Sanvido «ha esplicitamente tentato di sottrarre al Cardiocentro un protagonista di alto rango». Di diverso avviso il Pg Andrea Pagani che dapprima chiarisce il ruolo del presidente dell’Eoc, che va considerato “membro di autorità” e non “funzionario” (i due ruoli per cui è definito il reato di abuso di autorità, art.312 CP). Un chiarimento non secondario poiché il funzionario non gode, come precisa il magistrato, del “caratteristico requisito di indipendenza” che è proprio della prima figura.

Indipendente, ma non onnipotente. Il secondo quesito che il Pg scioglie è quello di sapere se Sanvido con il suo sms abbia o no tentato di abusare dei suoi poteri. Il decreto ricorda che per l’assunzione di un primario è di regola pubblicato un bando di concorso, ma anche che tale assunzione, di competenza finale del CdA, avviene nel rispetto di una selezione articolata in quattro fasi. Non basta insomma un sms. «Ebbene, in virtù di questa complessa procedura - è il passaggio chiave dell’abbandono - è manifesto che Paolo Sanvido (da solo o eventualmente con il CdA per forza di cose semmai solo informato; quesito, questo, che il Ministero Pubblico non ha necessità di accertare ai fini del giudizio) non abbia abusato dei poteri conferitigli dalla carica coll’incriminato messaggio sms. Egli, nella sua veste di presidente del Cda, a quel momento non aveva facoltà di decidere alcunché». Il presidente dell’Eoc, aggiunge Pagani, «ha di conseguenza, semmai, tentato di scavalcare le sue competenze», ma questo non costituisce abuso di autorità. Anche l’eventuale assunzione senza pubblico concorso e con una nomina su invito non avrebbe potuto avvenire senza la procedura di selezione, alla quale nessun membro del Cda avrebbe preso parte.

Insomma per la Procura quell’sms resta solo un sms. Inopportuno, come è stato ripetuto a più riprese, ma penalmente irrilevante.

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