Lo scorso è stato un anno impegnativo per la Società di protezione animali: «Soprattutto per i due casi di sequestro avvenuti in autunno a Breganzona e Locarno»
BELLINZONA - Il 2018 è stato un anno estremamente impegnativo per la Società di protezione animali di Bellinzona (SPAB). E le cifre che certificano l'abnegazione dei volontari sono state snocciolate ieri sera - durante la tradizionale assemblea generale della società tenutosi all'albergo Unione di Bellinzona - dal presidente Emanuele Besomi.
Più di mille interventi - Dal rapporto si evince infatti che la SPAB - lo scorso anno - ha effettuato oltre un migliaio di interventi nella Svizzera italiana, ospitando, curando, collocando e rimettendo in libertà oltre 1'700 animali sia domestici che selvatici. Il lavoro non è mancato soprattutto in un autunno "di fuoco". «In quel periodo siamo stati chiamati su ordine del veterinario cantonale al sequestro - ricorda Besomi - di 18 cani a Breganzona e di 21 a Locarno in altrettanti appartamenti, uno dei quali in condizioni di estremo disagio». Diversi interventi - poi - sono stati effettuati nei laghi ticinesi per recuperare cigni e uccelli acquatici in difficoltà. «in tre casi abbiamo dovuto ricorrere all'aiuto di un elicottero e altrettanti sono stati effettuati grazie alla collaborazione dei rocciatori».
Il rinnovo del rifugio - Durante l'assemblea, si è discusso anche dell'importante progetto del rinnovo, in due fasi, del grande Rifugio di Gorduno-Gnosca. «Siamo in attesa, speriamo in tempi brevi, della licenza edilizia per iniziare i necessari lavori della prima fase. Infatti dopo un trentennio di attività la struttura evidenzia segni di invecchiamento a cui occorre mettere mano», sottolinea Besomi. Oltre a ciò bisogna tenere conto delle mutate normative inerenti il modo di accudire gli animali che impongono anche alla SPAB alcuni adeguamenti. «Per la società sarà certamente una grande sfida iniziare i lavori e garantire, al contempo l’operatività del Rifugio». Ieri sera un primo passo è stato comunque compiuto con il voto unanime dei numerosi soci presenti all' investimento di 1,2 milioni di franchi.
Qualche preoccupazione per il futuro - Il presidente ha infine espresso qualche preoccupazione in merito al ricambio generazionale. «Trovare persone giovani che possono mettere a disposizione del tempo libero per garantire la copertura del picchetto e la gestione dei rifugi durante la settimana è una sfida difficilissima», precisa Besomi. «Prima di noi altri enti come i pompieri e le ambulanze si sono confrontati con tale problematiche. La soluzione trovata è stata quella di un misto volontario/professionista».
L'appello alla politica - Questa soluzione ha però un problema legato ai costi, al quale la SPAB non può far fronte da sola. « I costi del personale professionista sarebbero tali da prosciugare totalmente le risorse finanziarie del nostro sodalizio. Ed è qui che, come presidente - ha detto Besomi - chiedo alla politica cantonale - ad esempio, mediante una revisione della legge cantonale sulla protezione degli animali - di valutare delle possibili soluzioni finanziabili con un riorientamento dei fondi derivanti dalla tassa sui cani che generano annualmente a Comuni e Cantone introiti per circa 2 milioni di franchi».
Politici presenti - Politica cantonale rappresentata all'assemblea dai consiglieri di Stato Claudio Zali (direttore del Dipartimento del territorio) e da Christian Vitta (direttore del Dipartimento economia e finanze): «Entrambi hanno plaudito all'attività svolta con passione e dedizione da parte della SPAB». Sulla stessa lunghezza d'onda il municipale di Bellinzona Simone Gianini che ha portato i saluti della Nuova Città.
Alcuni premiati - Infine sono stati assegnati alcuni riconoscimenti speciali a Renato Belloli, alla ditta Heli Rezia di San Vittore, a Gabriele Cippà di Bellinzona, all'Impresa di costruzione Pinchetti e Rigassi di Lodrino e ai ragazzi Dennis Cibelli e Athos Meier di Melano per il loro impegno in favore degli animali.