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LUGANOIl telelavoro in Città, senza distrazioni e con i documenti sottochiave

06.03.19 - 06:00
Il Municipio sta preparando un'ordinanza per l'introduzione dello smart working nell'amministrazione comunale. Inizialmente è previsto un periodo di prova di un anno
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Il telelavoro in Città, senza distrazioni e con i documenti sottochiave
Il Municipio sta preparando un'ordinanza per l'introduzione dello smart working nell'amministrazione comunale. Inizialmente è previsto un periodo di prova di un anno

LUGANO - In tuta e con le pantofole ai piedi: presto anche i dipendenti dell’amministrazione comunale di Lugano potranno lavorare da casa grazie al telelavoro, così come già avviene in molte aziende private e in via sperimentale anche in Cantone. Il Municipio e i servizi cittadini stanno infatti preparando la relativa ordinanza, che verosimilmente entrerà in vigore ancora nel corso di quest’anno. «È un’esigenza che effettivamente riscontriamo da parte dei collaboratori» conferma il sindaco Marco Borradori. Quindi la ricerca di una maggiore flessibilità, anche per poter conciliare al meglio l’attività professionale con la vita privata.

Per tutti, ma non per tutti - Ma il cosiddetto smart working non sarà effettivamente a disposizione di tutti: il collaboratore che ne vorrà usufruire (saranno in ogni caso esclusi coloro che lavorano a turni e i docenti) dovrà infatti rispondere a tutta una serie di requisiti. Si parla in particolare di un elevato grado di autonomia e della presenza non indispensabile sul posto di lavoro. A casa l’attività del collaboratore dovrà inoltre essere priva di distrazioni.

Uno spazio dedicato - Bisogna poi considerare anche il rispetto del segreto d’ufficio. Al domicilio del collaboratore dovrà infatti essere allestito uno spazio da dedicare allo smart working, dove sia presente almeno un mobile in cui possano essere custoditi sottochiave i documenti professionali. La responsabilità sarà del collaboratore.

Evitare l'isolamento - L’ordinanza che la Città sta preparando parla del telelavoro come di un’attività da svolgere a cadenza regolare. E prevede che contro l’isolamento del collaboratore, il superiore debba assicurare un corretto flusso di informazioni con l’ufficio.

Più mobilità - Non si tratta comunque soltanto di lavoro da casa. L'ordinanza potrebbe infatti dare anche la possibilità di svolgere la propria attività da altre postazioni all'interno dell'amministrazione cittadina, favorendo quindi una certa mobilità dei collaboratori. «È una possibilità» ci dice infatti il sindaco Borradori.

Un periodo di prova - Inizialmente l’ordinanza relativa al telelavoro entrerà in vigore per un periodo di prova di un anno. Soltanto al termine di questa fase sperimentale l’Esecutivo comunale valuterà l’esperienza e deciderà se confermare lo smart working.

Il progetto del Cantone - Di recente anche l’amministrazione cantonale ha dato il via al telelavoro, anche in questo caso per un periodo di prova della durata di un anno (vedi articolo correlato). Il Consiglio di Stato ha così dato seguito a una mozione che chiedeva l’introduzione dello smart working per migliorare la conciliabilità tra lavoro e famiglia, ma anche per ridurre gli spostamenti sul territorio. Il progetto del Cantone coinvolge una cinquantina di collaboratori.

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