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NOVAZZANO«Un bravo ragazzo, ma è sparito di colpo»

25.02.19 - 18:10
Il ritratto del 19enne accusato di tentato omicidio, tracciato da chi lo ha conosciuto sui campi di calcio. Stasera gli psicologi visiteranno lo spogliatoio
foto tio/20min
Il complesso popolare di via Ronco.
Il complesso popolare di via Ronco.
«Un bravo ragazzo, ma è sparito di colpo»
Il ritratto del 19enne accusato di tentato omicidio, tracciato da chi lo ha conosciuto sui campi di calcio. Stasera gli psicologi visiteranno lo spogliatoio

NOVAZZANO - Gli psicologi del Cantone saranno a bordo campo, stasera, all'allenamento del Raggruppamento LAN (Ligornetto-Arzo-Novazzano). Assisteranno i compagni di squadra del 19enne che, questa notte, ha aggredito a coltellate il padre in via Ronco a Novazzano. La squadra è «letteralmente sconvolta» racconta a tio/20minuti l'allenatore Olivier Guglielmetti. «Non so come faremo stasera, e anche in futuro». 

Il giovane, indagato per tentato omicidio, era «un punto di riferimento» per il gruppo calcistico. Era stato scelto come assistente allenatore della Scuola Calcio, ed era «molto attivo nella società, così come il padre» racconta il responsabile del settore giovanile Roberto Meneghetti. «Seguivano spesso le partite insieme, erano entrambi appassionati di sport». 

Il rapporto tra i due però non era così idilliaco, lontano dai campi. Se ne erano accorti anche i compagni, che in queste ore sfogano dubbi e preoccupazione nella chat di squadra amministrata, tra l'altro, proprio dal 19enne. «Era forse l'allievo più responsabile e affidabile» racconta Guglielmetti, che segue il ragazzo da circa 10 anni. «Tra noi c'era un rapporto di confidenza e fiducia. Quando dovevo comunicare qualcosa alla squadra, la dicevo a lui». 

Un ritratto, quello del 19enne, distante anni luce da quello di un soggetto pericoloso. «I compagni lo riconoscono anzi come leader, per la sua intelligenza e socievolezza». Eppure, tre anni fa il giovane era stato ricoverato alla clinica di Mendrisio - dove si trova tutt'ora - per non meglio precisati problemi psichiatrici. Agli amici aveva raccontato di «non sapere nemmeno lui» le ragioni del ricovero coatto. 

«A pensarci bene, qualche campanello d'allarme c'era» ricorda rammaricato l'allenatore. «Mi raccontava che aveva problemi con il padre, un tipo molto autoritario. A casa pare ci fossero litigi. Gli dicevo di tenere duro, che un giorno sarebbe andato a vivere da solo». Ma le cose sono andate diversamente.

Settimana scorsa il 19enne era sparito «di colpo» dalla chat e non si è presentato nemmeno all'allenamento, senza dare spiegazioni. «Non era mai successo in dieci anni. Di solito mi avvisava sempre in anticipo» ricorda Guglielmetti. «Mi ero ripromesso di chiamarlo il giorno dopo, ma poi mi sono dimenticato, si sa come vanno queste cose. Ora me ne rammarico». 

 

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