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CANTONE«Così facciamo parlare i morti»

25.02.19 - 07:06
L'Eoc dà una mano alle indagini di Polizia con la TAC Post Mortem. Un’autopsia virtuale che potenzia quella classica: «Una ventina i casi all'anno» spiega il caporeparto di Radiologia del Civico
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«Così facciamo parlare i morti»
L'Eoc dà una mano alle indagini di Polizia con la TAC Post Mortem. Un’autopsia virtuale che potenzia quella classica: «Una ventina i casi all'anno» spiega il caporeparto di Radiologia del Civico

LUGANO - Quando si sente parlare di TAC il primo pensiero va all’esito diagnostico di questi esami effettuati sui pazienti. Vivi. Pochi sanno però che una TAC in funzione all’Ospedale Regionale di Lugano (ORL) dà una mano importante alle indagini di polizia, nel contesto delle cosiddette TAC Post Mortem, o PMCT.

Quali vantaggi presenta l'utilizzo della TAC rispetto alla classica autopsia? E quali sono limiti? 

«Sfatiamo subito un luogo comune - risponde Ermidio Rezzonico, caporeparto di Radiologia all’ORL -  la “TAC post mortem” (PMCT) non sostituisce l’autopsia classica. È invece un suo potenziamento, con vari vantaggi. Ad esempio, è archiviabile e ripetibile anche a distanza di anni, a fronte per esempio di nuovi sviluppi probatori. Consente la rapida localizzazione di corpi estranei, l’identificazione della vittima (ad esempio tramite l’apparato dentale), la ricostruzione di eventuali meccanismi e percorsi lesivi, come traumi diretti o traiettorie di proiettili. Da notare che la PMCT, contrariamente a una TAC praticata su un paziente vivo, può esaminare il corpo intero, perché la salma non risente in alcun modo dei raggi X utilizzati per l’indagine».

foto EOCColpo d’arma da fuoco auto inferto al capo

Omicidi, suicidi, morti violente, annegamenti... in una parola decessi che richiedono una spiegazione. Sono molteplici le situazioni in cui s'impone l'uso della Post Mortem Computed Tomography. In un anno quante Tac forensi vengono effettuate in Ticino?

«Nel 2012, anno in cui abbiamo iniziato, sono state effettuate 9 PMCT. Con il passare del tempo, con il miglioramento dei protocolli di lavoro e con la sempre maggiore collaborazione con il medico legale e la Polizia Scientifica, questo numero è progressivamente aumentato: negli ultimi anni arriviamo a quasi 20 casi all’anno, e la tendenza è all’aumento. I risultati sono sempre più apprezzati anche dal Ministero Pubblico. Le immagini fornite, che rispecchiano in maniera fedele la situazione della salma, risultano più didattiche delle fotografie tradizionali. Con le stampanti 3D siamo oggi in grado anche di riprodurre strutture anatomiche utili per comprendere al meglio la complessità di talune situazioni».

Con l'autopsia virtuale i tecnici di radiologia vengono coinvolti in delicate indagini. Su che basi si svolge tale collaborazione? Gli inquirenti vi chiedono di approfondire particolari aspetti o viene fatta un'autopsia a largo raggio?

«Ci basiamo su un protocollo standard. Per ogni salma ricerchiamo corpi estranei (proiettili o altro) e studiamo le strutture ossee e tutta una serie di altri elementi. La salma non è in grado di parlare, il nostro compito è farla parlare, diversamente, attraverso le immagini, fornendo quindi elementi utili al medico legale».

Foto EOCGli effetti di un trauma stradale

Senza infrangere il segreto professionale e giudiziario quante volte la TAC ha dato un apporto decisivo e in che tipo (generico) di casi?

«Raramente si trova la classica “pistola fumante” decisiva per risolvere un’indagine. Si ha piuttosto a che fare con un fascio di elementi che consentono agli inquirenti di propendere per una tesi piuttosto che un’altra. La PMCT rientra in questi elementi: fornisce indicazioni utili e determinanti per il medico legale, che li potrà integrare in quelli emersi dall’autopsia classica. Per esempio la lunghezza di penetrazione nel corpo di una lama fornirà un’idea sul tipo di coltello utilizzato, oppure la penetrazione di un proiettile insieme al suo calibro indicherà elementi utili a stimare la distanza di tiro. La PMCT è un ulteriore mezzo per comprendere aspetti complessi di anatomia e fisiologia, utili anche al momento del processo per comprovare o inficiare una tesi».

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