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CASTANEDA (GR)Clisteri e salassi, ma «non l'abbiamo uccisa noi»

20.02.19 - 09:30
Visita alla clinica "alternativa" dove Eleonora Bottaro passò gli ultimi giorni in Svizzera. Spunta un resoconto sulla 17enne malata di cancro
foto tio/20min
La clinica Paracelsus: una camera
La clinica Paracelsus: una camera
Clisteri e salassi, ma «non l'abbiamo uccisa noi»
Visita alla clinica "alternativa" dove Eleonora Bottaro passò gli ultimi giorni in Svizzera. Spunta un resoconto sulla 17enne malata di cancro

CASTANEDA - Arroccata tra i monti del Moesano, la clinica Paracelsus Al Ronc di Castaneda (GR) è un luogo che sfugge ai riflettori. Il circo mediatico ci è arrivato vicino, per la prima volta, dopo la morte di Eleonora Bottaro: la 17enne malata di leucemia venne quassù a trascorrere gli ultimi giorni in Svizzera, dopo avere rifiutato le cure al San Giovanni di Bellinzona. «È una vicenda che non ricordiamo volentieri» racconta il direttore Ulf Wiechel.

Processo in corso - Il motivo è comprensibile. Specializzata in rimedi non ortodossi contro il cancro, la clinica ha rimbalzato finora i giornalisti «per evitare fraintendimenti». Ma il caso di Eleonora ora è approdato in tribunale in Italia: i genitori della ragazza sono accusati di omicidio colposo, per averla indotta a rifiutare ogni cura. La clinica di Castaneda è stata complice dell'accaduto? 

La struttura - Costruita nel 1987 come sanatorio e rilevata dieci anni fa da un imprenditore tedesco, la struttura – 25 camere, 47 dipendenti – è diventata una meta di pellegrinaggio per i seguaci delle cure alternative. «Arrivano da Germania e paesi anglosassoni, principalmente» spiega Wiechel mostrando gli spazi di cura. C'è una camera iper-termica dove «i pazienti vengono portati a uno stato febbricitante, per stimolare il sistema immunitario». Un'altra per i salassi, con vista sul bosco e Pizzo Paglia.

Prezzi esclusivi - Le attrezzature sono «le più moderne», camere e spazi comuni ricordano invece un vecchio chalet. Il costo? Dagli 800 ai mille franchi al giorno. «Non è colpa nostra se le casse malati non ci riconoscono totalmente» lamenta Wiechel.

«Non ci sostituiamo alla chemio» - I Bottaro hanno venduto il loro negozio in Italia per coprire le spese. A Castaneda però non avrebbero trovato quello che cercavano: «Nella nostra struttura facciamo una medicina intensiva di regolamentazione sulla base di procedure di benessere biologico» affermano i dottori della Paracelsus. «Non ci sostituiamo alle cure tradizionali».

Il resoconto - Dalla cartella medica di Eleonora  spunta un documento firmato dai genitori, in cui riconoscono di avere «rifiutato gli esami di laboratorio» proposti dalla clinica, pur essendo stati avvisati che la ragazza era «in pericolo di morte». Dopo due settimane a Castaneda Eleonora «ha la febbre alta» si legge nel resoconto. I genitori tuttavia «non consentono ulteriori trattamenti» e «si assumono la responsabilità della situazione». Una copia del documento è stato consegnato alla Procura italiana. 

Cure rifiutate - Ma restano tante domande aperte e una certa frustrazione: «È rimasta da noi due settimane, senza quasi mai uscire dalla sua stanza» racconta Wiechel. «Alla fine l'abbiamo mandata via, dicendole di tornare all'ospedale di Bellinzona al più presto». Cosa che però non avvenne mai.  

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