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MURALTODel sacco ufficiale me ne frego, i rifiuti li getto così

14.02.19 - 08:00
Scempio nella discarica di Via Nessi. Da qualche settimana i vandali dell’immondizia si stanno sbizzarrendo. Forse a causa dell’introduzione della tassa nella più videosorvegliata Locarno
Del sacco ufficiale me ne frego, i rifiuti li getto così
Scempio nella discarica di Via Nessi. Da qualche settimana i vandali dell’immondizia si stanno sbizzarrendo. Forse a causa dell’introduzione della tassa nella più videosorvegliata Locarno

MURALTO – Il sacco dei rifiuti ufficiale giallo? Sembra essere un optional per alcuni frequentatori della discarica di Via Nessi, a Muralto. D’altra parte, basta dare un’occhiata alle foto scattate da un residente per capire come la situazione sia piuttosto fuori controllo. C’è chi, perlomeno, si degna di ricorrere ai sacchi neri. Altri abbandonano direttamente l’immondizia nei cassonetti. «C’è stato un leggero aumento di infrazioni – ammette Francesco Quanchi, vice segretario comunale –. In particolare da quando, a inizio anno, anche Locarno ha introdotto la tassa sul sacco. Non ce lo sappiamo spiegare».

Entro giugno del 2019, secondo le direttive cantonali, tutti i Comuni ticinesi dovrebbero avere introdotto la tassa sul sacco, con un range di costo per sacco da 35 litri che può variare da 1 franco a 1 franco e 30. A Muralto la tassa, però, c’è già da diverso tempo. «Abbiamo già dato diverse multe, a partire dai 100 franchi – spiega Quanchi –. Di solito chi viene sanzionato non ci ricasca. Gli operai, quando trovano un sacco che non è del colore giallo prestabilito, lo tengono da parte e lo analizzano alla ricerca di qualche indizio che possa farci risalire al trasgressore».

Nella discarica di Via Nessi non c’è più la videosorveglianza. Dettaglio non da poco per chi ha intenzione di sgarrare. Forse il momentaneo boom di trasgressori potrebbe essere dovuto anche a questo, dal momento che nelle discariche della vicina Locarno le telecamere sembrerebbero, al contrario, in parte attive. «Noi abbiamo tolto la videosorveglianza perché era inutile – dice Quanchi –. Col buio non si riusciva a individuare il volto delle persone. Preferiamo intensificare i controlli mirati e puntare sulle segnalazioni dei cittadini».

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