È quasi pronto un nuovo approfondimento su una proposta di modifica. Jelmini: «Sarà una scelta politica»
LUGANO - La svolta a sinistra su Corso Pestalozzi per gli automobilisti provenienti dal lungolago aveva spaccato in due il Municipio, sfociando in un nulla di fatto quando nel dicembre del 2016 c’era da prendere una decisione sulla relativa modifica del Piano viario del polo luganese (PVP). Una modifica richiesta da una petizione sottoscritta da 7’679 cittadini. Nel corso degli ultimi due anni il dibattito sulla soluzione viaria adottata nel 2012 non si è pertanto placata. E a breve l’Esecutivo cittadino tornerà a chinarsi sul PVP: è infatti quasi pronto un rapporto che prende in considerazione anche l’introduzione del doppio senso su Corso Elvezia, nel tratto compreso tra via Zurigo e via Serafino Balestra.
Tra pro e contro - «Sarà una scelta politica» ci dice il municipale Angelo Jelmini, titolare del Dicastero sviluppo territoriale, spiegando che l’approfondimento giungerà sul tavolo dell’Esecutivo luganese verosimilmente tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo. La soluzione analizzata scaturiva da una proposta avanzata in una mozione, nel frattempo ritirata, con primo firmatario Tiziano Galeazzi. «Il Municipio avrà a disposizione tutti gli elementi per valutare i pro e i contro della modifica». E si tratterà pertanto di decidere se optare per una fase sperimentale, considerando che «si facilita un po’ il trasporto individuale motorizzato, andando però a penalizzare in maniera importante quello pubblico». Si parla anche di costi da sostenere per l’eventuale test.
Puntare sul mezzo pubblico - Jelmini ribadisce comunque la sua filosofia: «Un forte contributo alla fluidità del trasporto motorizzato individuale si ottiene con un trasporto pubblico e una mobilità lenta efficienti e convenienti». Secondo il municipale bisogna capire cosa si vuole davvero: «Se si riesce a spostare sul mezzo pubblico un 10-15% delle persone, si dà automaticamente più spazio a chi deve o vuole utilizzare il mezzo privato».
Potenziamento dei bus: in attesa del concetto cantonale
Per rendere più invitante il trasporto pubblico, a Lugano bisogna puntare sul potenziamento, in particolare nei quartieri periferici. «Sul Pian Scairolo la linea suburbana 8 non è pienamente soddisfacente, anche perché non sempre viene rispettato l’interscambio con il bus che porta in centro» si lamenta, per esempio, un giovane lettore residente a Pambio-Noranco. La Città assicura però di non starsene con le mani in mano: un approfondimento sulla mobilità aveva permesso di individuare tre macrozone d’intervento. «Una situata a sud, una sul versante del Brè e una a nord» spiega Jelmini. Negli ultimi due anni il servizio è stato potenziato nelle prime due aree.
«La zona che va verso la Valcolla è più difficile, anche perché vi operano più aziende e ci sono da considerare delle concessioni federali» sottolinea ancora il municipale. La situazione dovrebbe però cambiare nel 2020, quando sarà introdotto il concetto cantonale per la mobilità, posto in consultazione lo scorso settembre: «Si tratta di un potenziamento sostanzioso che riguarderà tutto il territorio cantonale, tra cui anche l’area nord della città».
Gli autobus e la funicolare della TPL (Trasporti pubblici luganesi) registrano annualmente circa 13 milioni di passeggeri (nel 2017, ultimo dato disponibile, sono stati 13,4 milioni). Per quanto riguarda le periferie, lo ricorda il direttore TPL Roberto Ferroni, «nel 2017 sono state aumentate le corse della linea 8, mentre nel 2018 la linea 10 è stata modificata completamente e sulla linea 12 è stata raddoppiata la frequenza fino ad Aldesago con un potenziamento fino a Brè».
La pianificazione prevede in effetti l’interscambio tra le linee suburbane e quelle urbane, «che però talvolta non si rende possibile a causa dei possibili ritardi delle prime, qualora questi superino il margine di minuti previsti per lo scambio» conclude Ferroni.