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LUGANOFare impresa: il sostegno di Cantone e Comuni

30.01.19 - 09:15
Un'ottantina di persone hanno partecipato all'evento, di categorie professionali differenti, ascoltando i suggerimenti
Fare impresa: il sostegno di Cantone e Comuni
Un'ottantina di persone hanno partecipato all'evento, di categorie professionali differenti, ascoltando i suggerimenti

LUGANO - Si è svolta ieri sera la conferenza pubblica “Avviare un’attività in proprio: atto di coraggio o spirito imprenditoriale?”, organizzata dal Servizio interdipartimentale del Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE) e del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS) Fondounimpresa, in collaborazione con la Città di Lugano e LuganoNetWork.

Dopo il successo riscosso, lo scorso 16 gennaio a Locarno, dall’evento “Fare impresa, un’impresa possibile”, la folta partecipazione alla conferenza di ieri sera a Lugano “Avviare un’attività in proprio: atto di coraggio o spirito imprenditoriale?” ha confermato il forte interesse per il tema dell’auto-imprenditorialità. Al Palazzo dei Congressi di Lugano, infatti, si sono presentate circa 80 persone, di categorie professionali differenti, che con grande interesse hanno ascoltato i suggerimenti degli esperti in materia, rivolti a chi sta valutando l’ipotesi di avviare una propria attività imprenditoriale.

Il Consigliere di Stato Christian Vitta ha ricordato l’importanza, per il DFE e per il Cantone, del tema del sostegno a chi fa impresa e a chi desidera avviare una propria attività indipendente, testimoniato anche dalla significativa offerta del Servizio interdipartimentale DFE-DECS Fondounimpresa (www.fondounimpresa.ch), da oltre un decennio l’attore di riferimento ticinese nell’ambito dell’autoimprenditorialità. Ricordando in seguito che le numerose misure a sostegno delle varie tipologie di imprenditorialità sono riassunte sul Portale dell’innovazione e dell’imprenditorialità www.ti.ch/portaleimpresa, il Consigliere di Stato è tornato ad evidenziare alcune cifre importanti – ottenute anche grazie ai collaboratori del Servizio Fondounimpresa – e relative soprattutto al successo dei corsi offerti (a cui partecipano, in media, un centinaio di persone all’anno) e delle attività di coaching e consulenza (circa 300 imprenditori seguiti annualmente) e al tasso di sopravvivenza delle aziende.

A questo proposito, secondo un’indagine condotta annualmente tra i beneficiari degli aiuti concessi con la L-rilocc, si attesta che oltre il 75% delle imprese sono ancora attive a tre anni dal loro avvio. A loro volta, esse permettono di «generare nuova occupazione, grazie alle diverse decine di posti di lavoro creati» (nel 2017 47 aziende hanno assunto 91 dipendenti, di cui 23 erano disoccupati). Si crea così «un circolo virtuoso a beneficio dell’occupazione, dell’economia e della valorizzazione delle professionalità e delle competenze presenti in Ticino».

Durante la conferenza sono intervenuti pure il Municipale della Città di Lugano, Lorenzo Quadri, il Capoufficio dell’Ufficio della formazione continua e dell’innovazione, Furio Bednarz, i consulenti di LuganoNetWork e i consulenti del Servizio Fondounimpresa.

Secondo il Municipale della Città di Lugano, Lorenzo Quadri, il sostegno dell’occupazione è parte integrante delle Linee di sviluppo 2018-2028 emanate dal Municipio e l’obiettivo esplicitato di una Città attenta all’occupazione – che promuove una politica di sostegno alle persone alla ricerca di impiego e di accompagnamento nel recupero formativo per giovani – si traduce in un orientamento strategico finalizzato allo sviluppo sostenibile della città stessa. «Offrendo misure di conciliabilità tra famiglia e lavoro, come i nidi d’infanzia comunali e le strutture extrascolastiche (asili ad orario prolungato, mensa e doposcuola), promuovendo l’integrazione professionale e incrementando la disponibilità di programmi occupazionali (AUP), il Municipio persegue una politica economicamente e socialmente responsabile». In particolare, con il servizio LuganoNetWork, la Città intende favorire una crescita economica inclusiva collaborando con molte aziende del territorio, perché «lavorare in rete con i partner locali evidenzia una cultura comune condivisa a partire dalla quale anche l’ente pubblico può proporre strategie, misure attive e interventi a sostegno dell'occupazione».

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