Il caso delle foto erotiche del maestro zurighese su Instagram ha fatto discutere Oltregottardo. E in Ticino parla il capodivisione della Scuola: «Provvedimenti in due casi»
BELLINZONA - Il caso scoppia oltralpe. Ma gli autoscatti erotici inseriti sul proprio profilo Instagram da un maestro di scuola elementare del canton Zurigo mettono a nudo più in generale il problema dei limiti d’uso dei social da parte dei docenti. Anche ticinesi, dove - come spiega in questa intervista il direttore della Divisione della Scuola Emanuele Berger - la materia è regolata da un documento approvato nel 2015 dal governo. «Le “Raccomandazioni sull’uso dei social da parte dei docenti” - spiega il capodivisione - completano un’altra serie di raccomandazioni destinate ai funzionari dell’amministrazione cantonale. Il docente come ogni dipendente pubblico, è tenuto a preservare la propria credibilità e reputazione, mantenendo un contegno corretto e dignitoso, e rispettando nel contempo il dovere di confidenzialità. La pubblicazione di contenuti sui social media sottostà a questi principi e, aggiungerei, al fatto che un docente è una figura educativa di riferimento sia per gli allievi sia per i genitori».
Vi sono stati, e quanti, docenti richiamati all’ordine per aver pubblicato qualcosa di sconveniente sui social?
«Il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport si è confrontato in passato con alcune segnalazioni (l’ordine di grandezza non supera le cinque unità). In due casi sono stati presi dei provvedimenti».
L’attuale “regolamentazione”, secondo lei, è carente e andrebbe adeguata al diffondersi dei canali social?
«L’introduzione nel 2015 delle Raccomandazioni ha colmato un vuoto e ha permesso di disporre per la prima volta di una serie di regole esplicite, formali e valevoli per l’insieme del corpo docenti. L’evoluzione nel campo dei social media è senza dubbio rapida e ogni forma di regolamentazione non può essere mai considerata come definitiva. L’esperienza acquisita dall’entrata in vigore nel 2015 delle Raccomandazioni non indica per ora carenze da colmare. Sono invece convinto che molto resta ancora da fare nel campo dell’educazione e della formazione all’uso consapevole dei social media e delle nuove tecnologie sia per gli allievi sia per i docenti».
Sarebbe consigliabile per un docente non accettare MAI l’amicizia di un allievo.
«L'amicizia sui social non è sempre paragonabile a quella della vita reale. Pertanto pur chiedendo molta cautela nel concederla non credo si possa pretendere dai docenti di negarla a priori».
Un docente che intende aprire un profilo social privato è tenuto ad avvertire la scuola?
«No, nel modo più assoluto. La creazione di un profilo social rientra nelle libertà della sfera privata»