Nel giugno 2017 l’iniziativa per la qualità e la sicurezza delle cure ospedialiere era stata dichiarata ufficialmente riuscita. Ma è stata anestetizzata dalla politica
BELLINZONA - «Dove è finita la nostra iniziativa per la qualità e la sicurezza delle cure ospedaliere?». S’avvicina la fine della legislatura e quasi tredicimila persone aspettano una risposta. Sono i cittadini che hanno firmato l’iniziativa dichiarata ufficialmente riuscita nel giugno 2017.
In concomitanza col deputato Matteo Pronzini che ha risollevato il tema della procedura di identificazione del paziente (vedi correlato), il dottor Brenno Balestra, primo firmatario dell’iniziativa sopra citata (nonché primario e direttore sanitario dell’Ospedale regionale di Mendrisio) mette… il dito nella piaga della mancata risposta politica a una proposta che aveva ottenuto un forte sostegno dal corpo medico e infermieristico. E dalla popolazione.
«La cronaca, anche recente, mostra che c’è un gran bisogno di quello che avevamo chiesto con la nostra iniziativa. A un anno e mezzo di distanza non c’è una risposta chiara del Consiglio di Stato, ma neppure della commissione sanitaria del Gran Consiglio» dice Balestra.
L’entrata nel periodo pre-elettorale non fa sperare in inattesi colpi di coda. Ma cosa proponevano gli iniziativisti? «Quello del time-out era solo uno dei requisiti. Altre raccomandazioni, ad esempio per i farmaci o nel documentare le infezioni nosocomiali, sono quelle emanate dalla Fondazione svizzera per la sicurezza dei pazienti. Sono raccomandazioni di buona pratica, ma non sono vincolanti». Per cui l’iniziativa chiedeva che questi criteri minimi di qualità non fossero applicati a discrezione dell’ospedale o della clinica.
«La nostra iniziativa chiedeva innanzitutto di considerare ospedali e cliniche alla stessa stregua, perché entrambi ricevono un finanziamento pubblico» ricorda Balestra. E per ricevere questi soldi, gli iniziativisti chiedevano anche che alcuni criteri di qualità ispirati dalla suddetta Fondazione fossero resi obbligatori. «La qualità e la sicurezza dei pazienti è talmente importante e c’è un margine di miglioramento perché si sa che più o meno la metà degli errori sono evitabili con dei sistemi rigorosi. Tutto questo ha un costo iniziale che però risulta pagante grazie alla diminuzione delle infezioni» conclude Balestra.
Chissà se qualcosa si smuoverà da qui ad aprile.