La popolazione in riva al Ceresio proviene da 141 nazioni. Seguono Bellinzona con 106 e Locarno con 104. Il sociologo Bertossa: «Dati che rispecchiano la crescente mobilità nel “villaggio Ticino”»
LUGANO - Con la sua popolazione proveniente da 141 differenti Paesi del mondo Lugano è di gran lunga il comune più cosmopolita del cantone. Un piccolo villaggio olimpico dove ogni anno vengono issate nuove bandiere.
La tendenza, risultante dai dati che in questi giorni vengono e verranno comunicati dalle cancellerie comunali, non è però quella di una città sola al comando. Dopo Lugano, sulla base dei numeri forniti a Tio/20Minuti dai principali centri urbani, si piazza Bellinzona con 106 nazionalità. Sul terzo scalino del podio sale Locarno (104). Più staccate Mendrisio (95) e Chiasso (87).
L’interculturalità è mobile - Sul risultato influisce certamente il numero complessivo di abitanti di ogni singolo centro. Ma le città ticinesi - soprattutto dopo le aggregazioni - hanno ormai pesi specifici tali da permettere il confronto e anche qualche riflessione. Ad esempio quella che sulla multiculturalità, o meglio interculturalità influisce sempre più il miglioramento della rete dei trasporti pubblici. «I dati rispecchiano quello che le Ffs chiamano “villaggio Ticino” collegato da una rete ferroviaria di tipo “metropolitano”» afferma il sociologo Luca Bertossa, responsabile scientifico delle inchieste federali ch-x. «La percentuale di coloro che risiedono dove lavorano tende infatti ad abbassarsi e anche lo straniero può benissimo avere un impiego a Lugano e vivere a Bellinzona. O viceversa».
Il podio Ch-Ita-Por - Pur omogenea, la ripartizione delle singole nazionalità nei centri urbani presenta delle peculiarità. A Lugano, come pure a Bellinzona e Mendrisio, dopo i residenti svizzeri troviamo gli italiani e i portoghesi. Fa eccezione Chiasso che, al terzo posto, registra i cittadini provenienti dall’Eritrea. Curioso anche il fatto che i germanici siano i quarti per numero a Mendrisio e solo dodicesimi a Bellinzona (alla pari con chi arriva dal Brasile). «A monte - spiega Bertossa - ci sono anche ragioni storiche per cui, ad esempio, Locarno è ancora un polo germanofono. Oppure nella capitale sia forte la presenza balcanica. Però questo fenomeno va sparendo ed è rimpiazzato dal “villaggio Ticino” caratterizzato dai facili spostamenti».
Sulla mobilità interna al cantone, conclude il sociologo, «s’innesta l’opportunità di AlpTransit che favorisce l’arrivo per lavoro di persone da oltre San Gottardo. Ma ho l’impressione che questo riguarderà più gli svizzero-tedeschi che gli stranieri».