Giorgio Bieri non è riuscito a passare il testimone della storica bottega, in via Bagutti dal 1971. «Commercio in crisi, i giovani scappano»
LUGANO - Oggi era il suo settantesimo compleanno, e Giorgio Bieri l'ha passato nel retrobottega in mezzo agli orologi da riparare: a cucù, a pendolo, da polso. «Sono gli ultimi e poi ho finito». Ancora tre giorni: lunedì la storica bottega aperta nel 1971 in via Bagutti a Lugano chiuderà per sempre i battenti.
Le cause, ha spiegato a tio/20minuti l'anziano orologiaio, sono il mancato ricambio generazionale e la crisi del settore: «I giovani non sono più attratti da questa professione. Ci sono sempre meno profitti, mentre rimangono i sacrifici». Ad esempio stare aperti durante le Feste.
Quest'anno Bieri ha lavorato più che mai, grazie ai saldi della liquidazione totale. Peccato che «negli ultimi anni l'afflusso è stato invece in continuo calo» nonostante l'ottima posizione. «In generale risentiamo delle difficoltà del commercio luganese» testimoniate dalla continua moria di negozi. L'artigiano settantenne non ha trovato un erede né un subentrante: di questo passo, teme che «nel giro di pochi anni gli orologiai storici di Lugano spariranno tutti».