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LUGANONatale dietro le sbarre: così “si fa festa” in carcere

21.12.18 - 09:30
È il momento in cui ci si ritrova da soli con la propria coscienza. Ecco come i detenuti vivono il 25 dicembre. Lo racconta Luisella Demartini, responsabile dell’Ufficio dell’assistenza riabilitativa
Natale dietro le sbarre: così “si fa festa” in carcere
È il momento in cui ci si ritrova da soli con la propria coscienza. Ecco come i detenuti vivono il 25 dicembre. Lo racconta Luisella Demartini, responsabile dell’Ufficio dell’assistenza riabilitativa

LUGANO – «Il Natale? Forse è il momento in cui la persona detenuta si rende davvero conto del significato di “privazione della libertà” e dunque delle conseguenze del reato commesso». Così Luisella Demartini, responsabile dell’Ufficio dell’assistenza riabilitativa, racconta il Natale vissuto dietro le sbarre, nelle strutture carcerarie cantonali. Un momento che non per tutti ha un significato religioso. Ma che, quasi per tutti, è sinonimo di riflessione profonda. E di sensazioni forti. «La famiglia e i figli, la mamma, il papà, sono a casa, mentre il detenuto è qui. In un certo senso pagano tutti».

Arrivano famiglie e amici – Il momento più commovente dell’Avvento è l’incontro tra i detenuti e i rispettivi famigliari. Una giornata intensa alla quale aderiscono quasi 200 visitatori. Tanti, considerando che gli ospiti della Stampa, al momento sono circa 140. «Ogni detenuto ha diritto a ricevere un massimo di tre adulti, mentre la direzione non mette limiti per i minori. Gli inviti vengono fatti già diversi mesi prima, anche perché ci sono persone che arrivano addirittura dall’estero per questa giornata».

Regali per i bambini – Babbo Natale distribuisce ai bambini i regali forniti dall’Ospedale del giocattolo. Musiche natalizie nell’aria. Arachidi, mandarini, panettone, tè caldo e caffè. «Ovviamente – precisa Demartini – non possono partecipare all’appuntamento i detenuti della Farera, nei confronti dei quali c’è ancora un’inchiesta aperta. Chi non ha la possibilità di ricevere i propri figli, può comunque spedire loro il pacchetto regalo di Babbo Natale».         

Un dono anche per i carcerati – A pochi giorni dal Natale tocca invece ai detenuti stessi ricevere un regalo. Anche a quelli della stessa Farera. «Si tratta di un pacchetto con cioccolata, mandarini e biscotti. C’è pure un buono del valore di 20 franchi da spendere nel negozio interno al carcere. E un calendario fornito dalla Fondazione Otaf».

La messa e il pranzo – Si arriva così, lentamente, al 25 dicembre. Giorno in cui padre Michele Ravetta, cappellano del carcere, celebra la messa. «A Natale anche il menù del pranzo è un po’ particolare – sottolinea Demartini –. Come altri giorni di festa, i detenuti della Stampa hanno inoltre la possibilità di accedere al prato verde, il cortile del carcere, per qualche ora in più».

Solo 7 ore al mese – Nonostante ciò, non sono previsti congedi particolari per la giornata di Natale. «Lascia il carcere chi già beneficia di congedi e ha programmato le sue ore “libere” tenendo conto delle festività natalizie». E non vi è neanche la possibilità di ricevere visite extra. «Ogni detenuto ha un “budget” di 7 ore di visita al mese, che deve gestire con i propri familiari o amici».   

Crolli emotivi – Nei giorni legati alle festività, gli operatori sociali e tutto il personale carcerario sono sempre pronti a sostenere chi, per un motivo o per l’altro, potrebbe avere un crollo emotivo o una crisi. «Soprattutto attraverso l’ascolto. Nel carcere c’è un luogo d’incontro tra i detenuti e i figli, chiamato Pollicino, che in questo periodo è molto gettonato. Uno pensa, riflette. L’anno prima, magari, era a casa con i bambini. Ora è lì, da solo. Il Natale e il passaggio al nuovo anno rappresentano inevitabilmente un’occasione di bilancio».  

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