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SVIZZERARimborsi AutoPostale, quasi 15 milioni al Ticino

18.12.18 - 16:01
È stata firmata oggi la convenzione con Confederazione, Cantoni e Comuni. La Posta in totale risarcirà 188.1 milioni di franchi
Keystone
Rimborsi AutoPostale, quasi 15 milioni al Ticino
È stata firmata oggi la convenzione con Confederazione, Cantoni e Comuni. La Posta in totale risarcirà 188.1 milioni di franchi

BERNA - La convenzione tra AutoPostale con Confederazione, Cantoni e Comuni per la restituzione dei sussidi ricevuti indebitamente dal 2007, grazie a manipolazioni contabili, è stata firmata. La Posta risarcirà 188,1 milioni di franchi. Lo ha comunicato oggi l'Ufficio federale dei trasporti (UFT).

88,672 milioni andranno alla Confederazione, il resto, ossia, 99,402 milioni, a Cantoni e Comuni. Al Ticino (Comuni inclusi) ne spetteranno 14,805, ai Grigioni 20,923 milioni. Quest'ultimo cantone è il maggior beneficiario del rimborso, mentre il Ticino è terzo, appena dopo Argovia (14,887 milioni) e davanti a Zurigo (12,642 milioni).

Oltre ai 181,1 milioni di franchi, AutoPostale restituirà 17,2 milioni a titolo di «restituzione spontanea» per le irregolarità precedenti cadute in prescrizione.

La Convenzione è stata conclusa tra AutoPostale, da una parte, e l'UFT e la Conferenza dei direttori dei trasporti pubblici (CTP) dall'altra.

L'intesa copre il periodo 2007-2018, interessi compresi. La validità di questo accordo era subordinata a una condizione, ovvero che la Confederazione e almeno 18 Cantoni concludessero una convenzione individuale con AutoPostale entro il 14 dicembre scorso e che il credito complessivo vantato da questi ultimi non fosse inferiore a 50 milioni di franchi. Alla data stabilita la condizione risultava largamente adempiuta, precisa l'UFT.

Nel frattempo hanno stipulato una tale convenzione, oltre alla Confederazione, anche tutti e 24 i Cantoni interessati, Ginevra e Basilea-Città esclusi, non essendo committenti di linee di AutoPostale.

Nell'ambito dei lavori svolti in relazione ai rimborsi, la Posta ha nuovamente verificato tutti gli importi e i numerosi documenti prodotti. In questo contesto si è constatato che sette Comuni hanno complessivamente diritto alla restituzione, da parte della Posta, di altri 2,9 milioni nei settori del trasporto locale ed escursionistico. L'ex regia federale restituirà anche questo importo. Le modalità di rimborso sono attualmente allo studio e saranno convenute con i Cantoni interessati.

Lo scandalo AutoPostale era scoppiato lo scorso 6 febbraio, quando l'UFT ha reso noto di aver scoperto nell'autunno precedente, durante l'ordinaria attività di revisione del conteggio delle prestazioni, che l'azienda di trasporto della Posta, tra il 2007 e il 2015, aveva effettuato trasferimenti illeciti di utili dal traffico regionale viaggiatori (TRV) sovvenzionato ad altri settori di attività, ottenendo indebite indennità federali e cantonali.

La vicenda AutoPostale ha suscitato scalpore e un vero terremoto all'interno della Posta. Il 10 giugno la direttrice generale del "gigante giallo" Susanne Ruoff ha finito per cedere alle pressioni e ha rassegnato le dimissioni con effetto immediato, assumendosi la responsabilità di quanto avvenuto ma negando di essere stata a conoscenza delle irregolarità. Il giorno dopo, il Consiglio di amministrazione della Posta - a sua volta criticato da più parti - ha comunicato l'esonero dell'intera direzione di AutoPostale.

Il 16 giugno ha annunciato le proprie dimissioni anche il vicepresidente del Cda Adriano Vassalli, seguito dieci giorni dopo da un altro membro dell'organo di vigilanza, Susanne Blank, mentre è rimasto in sella il presidente Urs Schwaller, finito anch'egli nel mirino dei politici. Dall'inizio di novembre, Autopostale è diretta da Christian Plüss, ex quadro dirigente di Alpiq, dopo che la divisione è stata guidata ad interim da Thomas Baur.

Rimane ancora aperto il capitolo giudiziario. Lo scorso 27 febbraio il Consiglio federale ha affidato all'Ufficio federale di polizia il procedimento penale amministrativo contro la Posta, i cui uffici alla sede centrale di Berna sono stati anche oggetto di una perquisizione il 15 agosto.

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