Mancano tre mesi alle elezioni cantonali in Ticino. E i gruppi politici hanno già aperto il portafoglio. Abbiamo fatto loro i conti in tasca
BELLINZONA - Mancano tre mesi alle elezioni cantonali, e i politici "mordono il freno" in attesa che inizi la corsa. Ma la prima cosa da definire, è il budget. Nelle scorse settimane tio.ch/20minuti ha fatto i conti in tasca ai partiti, mentre le segreterie politiche si affrettavano a chiudere i preventivi a ridosso delle Feste.
Alla faccia dell'austerity - C'è chi spacca il franco (Ps). Chi ipotizza a spanne che «si spenderà più o meno come le scorse volte» (Lega). Molti restano vaghi sull'origine dei soldi (il punto più controverso). In generale, va osservato, i portafogli elettorali in Ticino non hanno conosciuto austerity. In totale i sei principali partiti prevedono di spendere circa 800mila franchi per il voto di aprile. Per fare un confronto, alle ultime federali nel 2015 il budget complessivo era stato inferiore a 580mila franchi. Cifre a cui andrebbero aggiunte le somme spese di tasca propria dai singoli candidati.
Il questionario - La gara tuttavia non è a chi spende più o meno, ma a chi è più trasparente. E i partiti nostrani non sono promossi a pieni voti. Abbiamo contattato le segreterie delle sezioni ticinesi in vista delle elezioni cantonali di aprile, facendo a tutti le stesse domande: quanto investirete nella campagna elettorale? E da dove vengono i soldi?
I numeri dichiarati - Anzitutto le cifre. In testa alla classifica ci sono i liberali radicali, che per la tornata elettorale prevedono di spendere da soli 300mila franchi. All'onda d'urto (finanziaria) si oppongono con 170mila franchi i socialisti, nel tentativo di difendere il seggio in governo. Seguono il Ppd (130mila) e la Lega (100mila), mentre a chiudere il "gruppo di testa" sono Verdi e Udc, a parimerito con un budget di 50mila franchi.
Chi sale e chi scende - Rispetto alle ultime elezioni federali, ad aumentare la spesa più di tutti è stato il Plr (triplicata). Lega e Verdi hanno raddoppiato la posta, mentre è diminuito invece il budget del Ppd (di 40mila franchi, erano 170mila tre anni fa) e quello dei democentristi (da 75 a 50 mila). Il Ps spenderà grosso modo la stessa cifra di quattro anni fa: nel preventivo, infatti, sono inclusi 10mila franchi "jolly" che nel 2015 non erano stati spesi.
Questione di trasparenza - Più complessa è la risposta alla seconda domanda: da dove vengono i soldi? In parte «le risorse arrivano dal finanziamento pubblico». È il ritornello che ripetono tutte le segreterie contattate: unica eccezione il Movimento per il socialismo (Mps) che «per ragioni di principio» ha rinunciato ai contributi statali. Le cifre sono proporzionali al numero degli eletti nella legislatura uscente: ogni anno Plrt, Ppd, Ps e Lega incassano tra 160mila e 120mila franchi. Udc e Verdi 60mila.
Entrate e uscite - I partiti interpellati da tio.ch/20minuti tengono a precisare di avere «fatto le formichine» negli scorsi anni, «accantonando risorse in vista delle elezioni». A guardare i numeri, però, le spese elettorali risultano due o tre volte inferiori ai finanziamenti incassati, anno dopo anno, dagli eletti di ciascun partito. A questi, inoltre, vanno aggiunte le «donazioni volontarie di membri e sostenitori».
«Piccole donazioni spontanee» - A quanto ammontano? Nessuno lo sa esattamente. Per la maggior parte le donazioni «sono inferiori ai 10mila franchi» o almeno così ripetono i partiti interpellati. Risultato: i donatori per legge rimangono anonimi. E le segreterie tendono a minimizzare: «Parliamo di piccole donazioni spontanee, a volte di poche decine di franchi» spiega ad esempio Andrea Censi, portavoce della Lega. Dal Plr fanno sapere che «oltre la metà dei fondi arriva dal finanziamento pubblico», il resto invece da auto-tassazioni e tesseramenti, e un'ultima parte dai contributi dei sostenitori (Club dei Mille).
«La legge non è rispettata» - La Cancelleria dello Stato fornisce un elenco anonimizzato (in allegato) delle donazioni elargite ai partiti da private e associazioni. In totale si contano 74 assegni in 17 anni. «Troppo pochi» per il candidato Ps al governo Fabrizio Sirica, che assieme alla collega Laura Riget di recente ha lanciato una campagna di crowdfunding su internet. «È evidente che l'obbligo di dichiarare le donazioni viene aggirato dalla maggior parte dei partiti. Nel nostro caso, invece, nessuna lobby ci sostiene e non ci resta che rivolgerci alla gente».
Eventi, social e cartelloni - Infine, come spenderanno i partiti il proprio budget? Il Ps è l'unico a rispondere in dettaglio: 50mila franchi per la distribuzione di opuscoli e flyer, 41mila per la cartellonistica (di cui 26mila per l'affitto delle postazioni) e il resto per social network ed eventi. Per la Lega «le voci di spesa più importanti restano la cartellonistica e le feste popolari» mentre il Plr investirà «in inserzioni e pubblicità, ma soprattutto in eventi e iniziative sul territorio». Il Ppd «punterà sicuramente molto sul mensile Popolo e Libertà, totalmente rinnovato e diffuso in mezzo milione di copie direttamente nelle case dei ticinesi».
I "piccoli" - Non vanno dimenticati infine i partiti più piccoli. Il Partito Comunista, Montagna Viva, Mps e la neonata Lega Verde prevedono di spendere meno di 10mila franchi per la campagna imminente. Compresi i soldi della caparra (4mila franchi) per partecipare. «La cartellonista è al di sopra delle nostre possibilità: ci limiteremo ai social network e ai volantini» spiega ad esempio Massimiliano Ay (Pc). Germano Mattei (Montagna Viva) affronterà la campagna «principalmente di tasca mia». Il Movimento per il socialismo (Mps), come detto, ha rinunciato ai rimborsi pubblici e potrà contare «unicamente sui versamenti dei nostri militanti e simpatizzanti». Idem per il partito fondato a metà dicembre da Werner Nussbaumer: «Metterò circa 5mila franchi di soldi miei» spiega il medico-politico. «Per il resto, speriamo cammin facendo di incontrare qualche amico che ci sostenga».