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LUGANO«Ma quale sfitto! Il mercato è sano solo se si può scegliere»

13.12.18 - 06:04
Il patron di Artisa, Stefano Artioli, sgonfia la bolla immobiliare e presenta il nuovo concetto di microliving, dove l’appartamento si gestisce con l’App e i servizi sono annessi
«Ma quale sfitto! Il mercato è sano solo se si può scegliere»
Il patron di Artisa, Stefano Artioli, sgonfia la bolla immobiliare e presenta il nuovo concetto di microliving, dove l’appartamento si gestisce con l’App e i servizi sono annessi

LUGANO - «Ma quale allarme sfitto! Si è fatta un’analisi sbagliata che enfatizza quegli immobili, oggi vuoti, costruiti dai russi e dagli italiani costretti ad investire i soldi dei conti cifrati. Tra Paradiso, Montagnola e Castagnola sono spuntati appartamenti di lusso con affitti dai cinque ai diecimila franchi al mese. Ma il vero termometro del mercato sta altrove» dice Stefano Artioli, presidente di Artisa Group. Il patron della società immobiliare oggi più attiva in Ticino (e in Svizzera) ridimensiona l’impatto di quel due per cento di immobili vuoti che ha fatto gridare alla bolla.

«L’errore di fondo sta nella valutazione del segmento destinato al ceto medio. Oggi abbiamo in Ticino un parco immobiliare vetusto. Le palazzine costruite negli anni ‘70 coi ricavi delle fiduciarie sono arrivate nel 2018 coi proprietari che speculavano senza investire un centesimo...».

E ora perché si trovano spiazzati?

«Perché è cresciuta un’imprenditoria che punta su appartamenti nuovi, penso ad esempio al comparto di Cornaredo, con affitti da 1500 franchi e bassi costi di gestione. Tutto questo porterà ad una sana concorrenza. Il mercato darà al cittadino la possibilità di scegliere e questo è un bene».

Perché sostiene che il 2% di sfitto non è da allarme rosso?

«Siamo un paese che dimentica. Dimentica, ad esempio, che negli anni 70 avevamo in Ticino il 4% di sfitto. Oggi basta il 2 per parlare di bolla. E invece deve esistere la concorrenza nella scelta di un appartamento in affitto. Su cento appartamenti a Lugano, scelti a caso, ce ne sarebbero cinquanta dove nessuno vorrebbe vivere».

Quali effetti può sortire la concorrenza da parte del nuovo?

«I proprietari dei vecchi, vetusti, immobili saranno indotti a demolire incassando sul terreno oppure a investire ristrutturando per davvero questi edifici».

Quindi, insistiamo, niente bolla?

«Provate a trovare un 3 locali e mezzo per 1’500 franchi al mese a Lugano, in posizione centrale… scoprirete che la bolla non c’è. Per cui, ripeto, anche con il 3% di sfitto il mercato è sano. Non facciamo terrorismo».

Con Artisa Group, che festeggia in questi giorni il mezzo secolo di attività, esplorate anche nuovi tipi di costruzioni…

«In questo momento abbiamo in corso a Lugano quattro progetti molto importanti. A Besso sorgerà un immobile sviluppato secondo un nuovo concetto. Grazie a un’App il cliente potrà stipulare il contratto d’affitto online, pagare l’affitto con la carta di credito e avere una durata di permanenza libera. In più offriremo la domotica più moderna. L’accesso all’appartamento avverrà attraverso il riconoscimento facciale sullo smartphone. Inoltre, sempre attraverso una piattaforma, l’inquilino potrà beneficiare di tutti i servizi, dalle pulizie, alla spesa online, bike e car sharing, lavanderia, cassa malati e permesso di soggiorno. ».

A chi vi rivolgete con questa offerta?

«Alla gente normale. Dal professionista che arriva in città per lavorare, al musicista, allo studente universitario. È un concetto che introdurremo a Zurigo, dove abbiamo tre cantieri, ma anche a Berna, Losanna, Ginevra, Lucerna e Zugo. In totale costruiremo dai 1500 ai 2000 appartamenti di questo tipo in Svizzera. È il concetto del micro-living, perché nell’Europa di domani il 41 per cento delle persone vivrà da sola. La società si muove verso le famiglie single. E il segreto sarà occuparsi di tutto quello che oggi fa perdere del tempo alle persone».

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