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LUGANO«Le ho chiesto scusa, a nome del Ticino»

03.12.18 - 18:46
Manuele Bertoli ha incontrato oggi all'Usi l'88enne Liliana Segre, sopravvissuta all'Olocausto
«Le ho chiesto scusa, a nome del Ticino»
Manuele Bertoli ha incontrato oggi all'Usi l'88enne Liliana Segre, sopravvissuta all'Olocausto

LUGANO - «Era ora di chiedere scusa». Nel 1943 ad Arzo la piccola Liliana Segre, assieme al padre e ad altri due ebrei in fuga dalle leggi razziali, venne respinta in Italia dalle guardie di confine ticinesi. Oggi la 88enne sopravvissuta ad Auschwitz è tornata in Ticino per testimoniare la sua tragedia. 

Consegnata alle milizie fasciste, Segre finì nei campi di concentramento nazisti. «Mio padre morì e così gli altri due respinti» ha raccontato davanti a un'aula dell'Usi gremita per l'evento. Il consigliere di Stato Manuele Bertoli – presente all'incontro – ha colto l'occasione per «chiedere scusa» alla senatrice a vita italiana.

È la prima volta, da parte di un esponente delle istituzioni svizzere. «Mi è sembrato un atto dovuto, anche se spetterebbe alle autorità federali. Sono stupito che non sia stato fatto prima» ha commentato il direttore del Decs a tio.ch/20minuti. Il caso-Segre è «un esempio di conflitto tra leggi e valori» e il riferimento è anche ai respingimenti di oggi al confine italo-svizzero: «Vanno valutati i casi singoli – conclude Bertoli. – Non ci si può nascondere dietro la sola esistenza della legge, perché le leggi possono anche essere tragicamente sbagliate». 

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