Davide Acito e Nadia portano in Ticino il progetto di Action Project Animals: «Ci occuperemo del Festival di Yulin, ma non solo»
LUGANO - Ogni anno ritornano, con l'arrivo dell'estate, le terribili immagini del Festival di Yulin, la manifestazione nel sud della Cina durante la quale migliaia di cani (ma anche gatti) vengono catturati, uccisi e poi mangiati. Il clamore mediatico si riaccende ciclicamente per poi svanire poco dopo. E di queste bestie maltrattate e uccise in modo barbaro ci si dimentica fino all'anno dopo.
C'è chi, tuttavia, continua a lavorare 365 giorni l'anno per contrastare questa mattanza. Davide Acito, presidente di Action Project Animals (italiano di origine, ma da anni residente in Ticino), ha preso a cuore la salute degli animali fino a farne una ragione di vita, una missione. Con la sua associazione è in prima linea e, da pochi mesi, ha creato un distaccamento autonomo anche in Ticino.
Di cosa vi occupate in Ticino?
«Anche qui ci occuperemo di Yulin, ma non solo. Assieme a Nadia, responsabile per il Ticino, porteremo avanti anche dei progetti "local". Lei già da tempo si occupa di volontariato animalista, ora potrà farlo all'interno dell'Associazione».
Come è strutturata la "filiale" ticinese?
«Siamo un direttivo di tre persone. Ovviamente non saranno trascurati quelli i progetti internazionali che l’Associazione già segue. Continuiamo a occuparci di "dog meat trade", il mercato della carne di cani e gatti. Il nostro focus è sulla Cina, anche se quello della carne di cane è un mercato aperto in tutta l'Asia».
Per coloro che ancora non lo sanno cos'è il Festival di Yulin?
«Una festa durante la quale vengono trucidati e uccisi cani e gatti. Gli animali sono bolliti vivi e poi mangiati. Prima di arrivare a questa drammatica fine, però, vengono tenuti in gabbie in condizioni disumane. Trasportati tra escrementi e il loro stesso sangue».
Sembra uno scenario mostruoso...
«Lo è. Al punto che dopo una delle mie ultime missioni sono stato male. Yulin è l’inferno. E non è solo un problema, ma un fenomeno culturale che soltanto il tempo potrà riuscire a sanare. Quello che ho visto mi ha fatto stare male. Poi ho incontrato Pippo, che oggi è qui con me. Salvarlo e ridargli una dignità è stato il motore che mi ha spinto ad andare avanti, a continuare questa missione disperata».
E disperata lo è davvero visti i numeri...
«Purtroppo sì se pensiamo che ogni anno vengono macellati 10/15 mila tra cani e gatti. Ma noi in tre anni siamo riusciti a salvarne un migliaio. Ben 140 solo nell'ultima missione. Siamo inoltre riusciti a realizzare un centro vicino Pechino, l'"Island Dog Village", un vero e proprio ambulatorio veterinario con stanze per la quarantena. All'arrivo dei cani viene subito eseguita una profilassi, mettendo in quarantena gli animali infetti che possono così ricevere le cure necessarie. Qui i cani vengono anche riabilitati psicologicamente».
In che condizioni arrivano?
«Disperate. Sono cani traumatizzati, sotto stress, malati. Sono affetti da Leishmaniosi, totalmente senza pelo. O con il cimurro, che può essere trasmesso alla persone. Si pensi che tra le 2/3mila persone all’anno contraggono la rabbia per questo maledetto Festival».
Le adozioni stanno avendo successo in tutta Europa. A quando la prima in Svizzera?
«Tra dicembre e gennaio arriverà il primo cane adottato in Ticino, da una famiglia di Lugano. Speriamo sia solo il primo di una lunga serie di adozioni».
Come fate a finanziare questo lavoro?
«Siamo molto fortunati. L’Associazione è seguita in tutta Europa. Recentemente le Iene di Italia 1 hanno fatto un bel servizio su di noi e sono arrivati un po’ di aiuti. Diciamo però che questi fondi si concentrano prevalentemente in occasione del Festival. E con quelli cerchiamo di tirare avanti tutto l’anno. Non è facile. Si pensi che per salvare un singolo cane ci vogliono circa 3000 franchi, tra cure e trasporto».
Programmi a breve termine per il Ticino?
«Con Nadia ci occuperemo sia di colonie feline, ma anche di adozioni, preaffidi, sensibilizzazioni sul tema dei circhi e degli zoo, della migrazione dei rospi… Insomma, ci occuperemo della tutela degli animali sul territorio sperando di collaborare anche con altri volontari ticinesi. Collaboriamo già con Casa Orizzonti, una realtà consolidata che ci mette cuore e professionalità in ciò che fa. Il progetto sarebbe concretizzare queste cose e iniziare delle visite nelle scuole per avvicinare i bambini agli animali. Chi fosse interessato ci contatti».