Matteo Quadranti prende posizione a seguito della consegna delle 15mila firme per l’autonomia della struttura
LUGANO - Il Cardiocentro è «un tassello importante della sanità pubblica ticinese e in quanto tale non potrà far altro che entrare a far parte dell’Ente Ospedaliero Cantonale se vorrà avere un futuro anche al di là della famiglia Moccetti». È un «dato di fatto irreversibile», spiega Matteo Quadranti in una presa di posizione odierna, ricordando «leggi, accordi scritti e volontà vincolanti» del fondatore della struttura.
Il nocciolo del problema - prosegue il presidente dell’associazione “Sanità forte per tutti” - non è costituito dall’ubicazione o dal personale operante (che resterà dove si trova), ma piuttosto da «come e chi dovrà gestire i milioni che transitano dalla Fondazione». Sono quasi 15mila le firme consegnate ieri alla Cancelleria cantonale per l’autonomia della struttura, ma Quadranti smorza il «trionfalismo degli iniziativisti» e punta il dito contro quello che definisce «vittimismo fuoriluogo»: «la Sanità è un ambito talmente importante che non merita di essere svilito da mezze verità».
La qualità delle cure resta la priorità, ma «presto o tardi i nodi delle finanze e degli interessi privati verranno al pettine», conclude Quadranti, sottolineando come «l’EOC giustamente ha sempre lasciato aperta la porta delle trattative» e la «Fondazione Cardiocentro, che non è proprietà privata dei suoi gestori, dovrà spiegare e lasciar verificare da enti indipendenti i propri conti e i flussi finanziari».