La media annua di raccolta sfiorava le 60 tonnellate. Quest'anno a fatica raggiunte le 20 tonnellate
BELLINZONA - È un bilancio amaro, anche se non ufficiale, quello dell'Associazione dei Castanicoltori della Svizzera italiana a conclusione del periodo di raccolta. Le rosee aspettative che promettevano un’annata abbondante, infatti, sono state del tutto disattese dai fatti.
Le premesse erano buone, ma qualcosa è andato storto: «Non arriviamo alle 20 tonnellate - ci spiega Paolo Bassetti, ingegnere agronomo che si occupa dei Centri di Raccolta del Canton Ticino -. E certamente la gente con questo tempo non porterà granché d’altro».
La colpa non è dei raccoglitori - Il risultato non è, va detto, frutto di un mancato impegno da parte dei raccoglitori. «C'è stato un buon coinvolgimento da parte loro - conferma infatti Bassetti -, ma inizialmente c’era poco da raccogliere».
Il problema siccità - Il problema, in sostanza, non dipende dall’uomo. «È arrivato tardi il momento giusto per raccogliere. Ed ora ha iniziato a piovere. Nessuno va a castagne con questo tempo». Per Bassetti il ritardo sarebbe da attribuire alle condizioni meteorologiche: «Sicuramente la siccità ha influito. La fioritura era buona come anche la presenza dei ricci. Ci aspettavamo ben altri risultati».
Lo scorso anno, d’altra parte, il raccolto era andato bene; il livello produttivo dei castagni era tornato ai livelli di una volta, con la soddisfazione di raccoglitori e amanti del prodotto simbolo dell’autunno: «Avevamo portato a casa ben 45 tonnellate di castagne, le aspettative erano alte anche quest’anno».
Danno economico - Il danno economico è evidente. «Se manca la materia prima viene meno la possibilità di realizzare tutti i progetti che avevamo in mente. Un peccato. Perché se non c’è la continuità si perde il cliente».
Bassetti non nasconde la propria delusione: «Ringrazio chi ha collaborato. Lo scarso risultato non è dipeso da loro».