La situazione in alcuni Comuni sarebbe critica. Si ricorre a pozzi di riserva. L'esperto: «Le piogge in arrivo? L’emergenza non rientrerà subito».
BELLINZONA – È sempre più allerta siccità nella Svizzera italiana. E ora inizia a scarseggiare anche l’acqua potabile. Tanto che negli scorsi giorni, in parecchi Comuni ticinesi, sono state distribuite circolari che invitano la popolazione a un consumo idrico moderato. «Ben cinque Comuni – spiega Christian Crinari, ingegnere e collaboratore tecnico dell’Ufficio della protezione delle acque e dell’approvvigionamento idrico – stanno già facendo ricorso a pozzi o sorgenti di riserva».
Un fenomeno raro – Bisogna tornare alle estati del 2015 e del 2003 per ritrovare scenari simili. Più rari ancora i casi analoghi in autunno. E poco importa se dalle prime ore di sabato sono previste forti precipitazioni in tutto il Paese. «Il fatto che pioverà parecchio nel corso del prossimo weekend – riprende Crinari – non permetterà di rialimentare subito il bacino acquifero. Anzi. L’acqua solitamente viene depurata nei primi strati del terreno, che attualmente si trova in uno stato di forte siccità. Non si esclude, che nelle fasi iniziali, possano subentrare delle contaminazioni».
Direttive ferree – Limitare il consumo d’acqua nell’economia domestica, nelle aziende, nei commerci e negli esercizi pubblici. Ridurre l’irrigazione di orti, giardini e vigneti. È inoltre vietato lavare e pulire strade, piazzali e altre superfici a rivestimento duro. Queste, tanto per citare un esempio, le direttive inviate ai cittadini di un Comune del Locarnese. «Indicazioni che – precisa Crinari – andranno rispettate anche nel corso dei primi giorni di pioggia. Ci vorrà un po’ prima di tornare a una situazione stabile ed equilibrata».
Si temono anche danni materiali – I collaboratori del Dipartimento del territorio stanno offrendo un importante servizio di consulenza alle aziende dell’acqua potabile e ai Comuni. Intanto, all’orizzonte si profila un weekend impegnativo sotto più punti di vista. «È stato diramato un grado di allerta di scala 4 – ricorda Crinari –. Il terreno deve avere il tempo di svolgere il suo ruolo di strato filtrante naturale. In caso di forti piogge improvvise su un terreno asciutto da lungo tempo, c’è anche il rischio di danni materiali».