In caso di necessità, permetteranno di chiudere i valichi secondari in tempi molto rapidi, «garantendo maggiore sicurezza e maggiore efficienza»
BELLINZONA - Lo scorso giugno il Consiglio federale, a seguito della mozione della consigliera nazionale ticinese Roberta Pantani “Chiusura notturna dei valichi secondari tra Svizzera e Italia” e considerata la problematica della criminalità transfrontaliera e della migrazione illegale con cui è confrontato il Ticino, aveva deciso di adottare alcuni provvedimenti per la protezione dei valichi secondari ticinesi.
Fra questi, il fatto di disporre in alcune dogane secondarie ritenute più sensibili, la posa di barriere che permettano di chiudere i valichi in caso di necessità, in particolare nelle regioni del Locarnese, Luganese e Mendrisiotto, le quali vanno ad aggiungersi alle tre posate durante la fase sperimentale di chiusura notturna dei valichi del 2017 (e ancora presenti) a Fornasette, Ponte Cremenaga e Novazzano Marcetto.
Negli scorsi giorni, il Dipartimento del territorio ha dunque provveduto alla sistemazione della prima barriera nella regione del Luganese, presso il valico del Cassinone a Sessa. A questa posa, prossimamente ne seguiranno altre 5, presso le dogane di Arzo, Indemini, Ligornetto, Ponte Faloppia e San Pietro di Stabio.
Con questa misura si potrà come detto, in caso di necessità, intervenire con la chiusura dei valichi in tempi molto rapidi, garantendo dunque maggiore sicurezza e maggiore efficienza. L’operazione è stata interamente finanziata da Berna.