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Cantone/ItaliaMarcello Foa, di tutto… di più  

27.09.18 - 16:09
Il Ticino mediatico raccontato dal neopresidente Rai che scarica su Pontiggia le responsabilità del falso scoop del Corriere, salvo poi elogiare la capacità di riconoscere gli errori... Quelli altrui
Marcello Foa, di tutto… di più  
Il Ticino mediatico raccontato dal neopresidente Rai che scarica su Pontiggia le responsabilità del falso scoop del Corriere, salvo poi elogiare la capacità di riconoscere gli errori... Quelli altrui

LUGANO/ROMA - Una ventina di minuti filati, nei quali si è raccontato ai commissari della Vigilanza Rai. «La mia deposizione» l’aveva definita lo stesso Marcello Foa su Facebook, salvo poi correggersi in un tweet successivo, «naturalmente audizione. Scusate, non è una mattinata come le altre e un po’ di emozione ci sta».

Di sicuro c’è stato molto Ticino in quei venti minuti durante i quali, ieri prima della nomina, il neo-presidente della Rai ha tratteggiato con vivaci pennellate il proprio personale autoritratto. Senza trascurare naturalmente la sua precocissima vocazione, «il mio idolo d’infanzia era Indro Montanelli», e la sua carriera da corrispondente e responsabile degli esteri al Giornale fondato dallo stesso suo «maestro». Sgombriamo il campo dall’equivoco, con gli occhi di una nazione puntati addosso (l’audizione è stata infatti trasmessa in streaming sul web), Foa non ha raccontato “fake” e, forse, neppure “fatti alternativi”. Eppure… anche ieri sono emersi i sintomi di quella che si potrebbe definire la sua innata “sindrome del pescatore”. Una vocazione ad “enfatizzare” il racconto che, nel video riassuntivo qui pubblicato, emerge evidente. Ad esempio, quando ha ricordato che, «ed è una cosa di cui sono molto orgoglioso», «per oltre un decennio ho potuto servire la BBC», salvo poi aggiungere che si trattava di una collaborazione radiofonica dall’Italia a richiesta e non di un vero contratto di corrispondente. Un’ammirazione per i media britannici che, giova rilevare, non sembra essere corrisposta, visto che l’elezione di Foa ha stimolato anche i titolisti del Guardian, il cui sito online riportava «”Fake news” journalist made chair of Italy’s state broadcaster» (Un giornalista di "fake news" nominato capo della tv di Stato italiana).

Dal 2011 Amministratore delegato del Gruppo Corriere del Ticino, Foa ha ricordato che il mandato affidatogli «è stato prendere un gruppo che era molto tradizionale e portarlo sulla rotta della multimedialità». Oggi, ha aggiunto, «il gruppo contempla un giornale molto conosciuto, il Corriere del Ticino, settimanali, una radio e una tv pubblica che, questo è importante ai fini della Rai, sono finanziate parzialmente dal canone». Le emittenti di Muzzano/Melide ridiventano invece private nell’intervista che lo stesso Foa ha concesso oggi al Corriere della Sera. «Per sette anni - spiega il giornalista - ho amministrato anche TeleTicino e Radio3i, che ha triplicato l’audience e oggi è l’emittente privata più ascoltata in Svizzera». Più modesti i colleghi di Radio 3i, che sul sito del gruppo si limitano a parlare di «radio privata più ascoltata del Canton Ticino». Al Gruppo l’ex Ad ha regalato rose, ricordandone il ruolo nella difesa del pluralismo dell’informazione: «All’interno del gruppo - ha spiegato - ci sono testate come il CdT che è più un giornale quasi istituzionale per sua vocazione, ma anche testate molto progressiste e testate di altro orientamento politico». Ma c'è stata anche qualche spina, quando, incalzato dai commissari sul tema “fake news”, si è così disimpegnato: «Io non ho mai diretto il Corriere del Ticino. Non ho mai avuto nessun ruolo nella vicenda dello scoop del CdT. Che è stata decisa dal direttore e poi il direttore si è scusato e io, correttamente, a mia volta, ho riportato le scuse sul mio blog». Un riferimento diretto allo scivolone sul dossier della Polizia criminale tedesca per cui, è vero, Pontiggia si era pubblicamente scusato. Nessun accenno invece, da parte di Foa, alla notizia, rivelatasi pure una bufala, della chiamata in forze dei riservisti statunitensi. Ma, vabbè, Foa ha comunque precisato: «Credo molto nell’onestà intellettuale, nella capacità di riconoscere i propri errori e di correggerli non appena se ne è consapevoli». Meglio ancora se si tratta di sbagli altrui.

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