Non compilare le tasse come avrebbe fatto l'ex presidente UDC Wicht? Ci prova il 3%, ma nessuno sfugge all'autorità fiscale
BELLINZONA - Non compilare la dichiarazione d’imposta, pensando di poter sfuggire al fisco? Qualcuno ci prova, ma i ribelli finiscono comunque nella rete della tassazione d’ufficio che in media viene applicata al 3% dei contribuenti (si parla quindi di circa 7’500 persone fisiche). Una procedura, questa, che potrebbe essere stata adottata anche nei confronti dell’ex presidente cantonale dell’UDC Paolo Clemente Wicht, di recente finito nella bufera in particolare per una serie di presunti reati finanziari. Se è vero, come trapelato, che l'ex politico per anni non avrebbe allestito le dichiarazioni fiscali...
La prima scadenza - A livello cantonale sono comunque oltre centomila le dichiarazioni d’imposta che entro il termine dello scorso 30 aprile (o comunque nei primi giorni di maggio) sono giunte agli uffici di tassazione ticinesi. Si tratta quindi di poco meno della metà dei circa 250’000 contribuenti. Ora per quelle persone che hanno invece chiesto una proroga, la scadenza è invece fissata per il prossimo 30 settembre.
Dal richiamo alla multa - Ma cosa accade se qualcuno tenta di sottrarsi all’obbligo tributario, o magari dimentica di compilare la dichiarazione? «Innanzi tutto scatta un semplice richiamo, con la richiesta di provvedere alla compilazione entro una decina di giorni» ci spiega Giordano Macchi, vicedirettore della Divisione delle contribuzioni. Scaduto pure questo termine, seguono una diffida di cinquanta franchi e quindi una multa proporzionata al reddito.
La tassazione d’ufficio - «Se il contribuente dovesse ancora omettere i suoi doveri, la legge tributaria permette all’autorità fiscale di procedere a una tassazione d’ufficio, basandosi su elementi a lei noti». Ed è poi a questo punto che «diversi contribuenti si rendono conto che sarebbe stato meglio compilare la dichiarazione».
Ventiseimila ritardatari - La scorsa primavera non sono comunque mancati i primi contribuenti ritardatari, che quindi non avevano chiesto una proroga. Si trattava complessivamente di 26’000 persone. E come ci dice Macchi, «nella seconda metà di maggio sono stati inviati i relativi richiami, in giugno 8’000 diffide e in luglio 6’500 multe». Ora gli uffici di tassazione sono invece in attesa delle dichiarazioni d’imposta che rientreranno nelle prossime settimane, entro la scadenza prorogata al 30 settembre.