Il sindacato invita a sostenere l'investimento di 6,7 milioni di franchi per il progetto
BELLINZONA - C’è anche l’Unione sindacale svizzera tra i sostenitori della sperimentazione del progetto “La scuola che verrà”, in votazione il prossimo 23 settembre, che mira a «rafforzare i momenti di insegnamento con due docenti in una classe e i momenti di insegnamento a classi dimezzate».
Secondo il sindacato, i «referendisti che si oppongono alla sperimentazione fanno un discorso contrario alla giustizia sociale e opposto agli obiettivi della scuola media ticinese», con l’intenzione di «fissare al termine della scuola elementare l’età per la selezione tra gli allievi che si indirizzano all’apprendistato e gli allievi che si indirizzano verso studi post-obbligatori».
«L’accesso alla cultura e l’uguaglianza delle possibilità di riuscita per i figli dei lavoratori - conclude l'USS -passano da un sistema scolastico accessibile e attento ai bisogni di tutti. L’obiettivo della scuola dell’obbligo deve essere in particolare di portare tutte le ragazze e tutti i ragazzi a possedere le necessarie basi culturali per poi conseguire con successo un diploma superiore o un attestato federale di capacità: questo in base ai propri interessi e non alla situazione socioeconomica di origine».